Imposte

Decreto agosto, rivalutazione beni con imposta sostitutiva facoltativa

Con la chance introdotta nelle bozze del decreto andrà valutata la recuperabilità di maggiori ammortamenti che si stanzieranno nel 2021

di Luca Gaiani

La rivalutazione dei beni di impresa nel bilancio 2020 si potrà effettuare anche solo ai fini civilistici.

Secondo le bozze del decreto agosto (atteso venerdì 7 agosto all’esame del consiglio dei ministri), il pagamento dell'imposta sostitutiva, che consente di dare riconoscimento fiscale ai maggiori valori, è infatti facoltativo, come già era previsto per la rivalutazione degli immobili del 2008.

Nella scelta se avvalersi dell'incremento dei valori, dovrà prestarsi particolare attenzione alla recuperabilità dei maggiori ammortamenti che si stanzieranno dall'esercizio al 31 dicembre 2021.

Il decreto agosto, stando alle bozze sino a ora circolate, dovrebbe riproporre una rivalutazione dei beni di impresa strutturata sulla falsariga di quella degli immobili che era prevista dal Dl 185/08.

L’imposta sostitutiva per il riconoscimento fiscale degli importi aggiornati avrà una aliquota estremamente moderata (3%, ma il testo definitivo potrebbe prevedere una aliquota ancora inferiore) e sarà comunque facoltativa.

La norma in arrivo, al pari dell’articolo 15, comma 20, del decreto 185, stabilisce infatti che il maggior valore attribuito ai beni “può essere riconosciuto” fiscalmente, il che differenzia la disposizione da tutte le ultime rivalutazioni (ad esempio, si veda il comma 699 della legge 160/19) che invece affermano che il maggior valore “si considera riconosciuto” pagando la sostitutiva.

Un’ulteriore differenza (anche questa favorevole per i contribuenti) rispetto ai provvedimenti più recenti riguarda l’esercizio a partire dal quale le imprese che optano per il pagamento dell’imposta sostitutiva possono cominciare a dedurre gli ammortamenti sui maggiori valori iscritti in bilancio.

Non è infatti più previsto un differimento temporale e la deduzione potrà partire già dall'esercizio successivo a quello nel cui bilancio si è effettuata la rivalutazione, quindi, in buona sostanza, dal 2021.

Posto che la rivalutazione si effettua dopo lo stanziamento degli ammortamenti (i quali, dunque, nel 2020, saranno ancora calcolati sui valori storici), il bilancio dell’esercizio 2021 sarà il primo in cui si imputeranno le quote sugli importi rivalutati, il che eviterà l'insorgere di disallineamenti temporanei contabili-fiscali.

Chi invece non affrancherà i valori rivalutati dovrà stanziare le imposte differite passive a fronte degli ammortamenti indeducibili che scenderanno a conto economico negli esercizi seguenti.

Dovrebbe inoltre essere consentito alle imprese di differenziare il regime della rivalutazione (fiscale o solo civilistica) per ogni singola categoria omogenea.

Ad esempio, potrebbero affrancarsi, pagando l'imposta sostitutiva, i beni ricompresi nelle categorie impianti e macchinari, oltre ai fabbricati strumentali, lasciando la rivalutazione solo civilistica per i terreni che non sono fiscalmente ammortizzabili.

Per quanto riguarda la efficacia fiscale della rivalutazione ai fini delle plusvalenze da cessione (per chi opterà per il pagamento della sostitutiva), il provvedimento ripropone invece il differimento temporale di quattro esercizi, fino al 1° gennaio 2024.

Un tema che si ripropone per tutte le rivalutazioni è l'impatto dei maggiori importi attivi sugli ammortamenti che graveranno sul conto economico a partire dall'esercizio 2021, e la loro recuperabilità, tenendo conto anche della attuale crisi economica.

Se si stima che si sia verificato un allungamento della vita utile dei beni rispetto a quella originariamente individuata si potrebbe però operare mediante riduzione del fondo ammortamento lasciando invariata la quota annua (dato che il coefficiente tabellare agisce su un identico valore attivo), diluendo nel tempo i maggiori ammontari.

Il decreto agosto abrogherà l’articolo 12-ter del decreto 23/20 che aveva riaperto i termini per la rivalutazione della legge 160 nei bilanci 2020 e 2021, che evidentemente finiva per essere troppo onerosa per l'attuale momento economico.

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