Adempimenti

Rottamazione, ingorgo di scadenze il 30 novembre

Più tempo per pagare le cartelle notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021: 150 giorni a disposizione

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Maxi ingorgo fiscale in vista per il 30 novembre. Al consueto appuntamento degli acconti di imposte di fine anno si vanno ad aggiungere anche i pagamenti in extremis della pace fiscale. È l’effetto prodotto dalla norme contenuta nel decreto collegato alla manovra di bilancio approvato in Consiglio dei ministri e che concede a circa 300mila contribuenti di non decadere dai vantaggi della pace fiscale. Il decreto prevede che i versamenti delle rate scadute e non versate della rottamazione ter e del saldo e stralcio dovute nel pieno della pandemia, ossia nel 2020, possono essere pagate, però, entro il prossimo 30 novembre. Sempre entro quella data, però, il decreto Sostegni della scorsa primavera ha fissato il pagamento in unica soluzione delle 4 rate della rottamazione ter e delle 2 del saldo e stralcio targate 2021. Un piccolo margine per evitare il maxi ingorgo di novembre c’è comunque: le definizioni agevolate tollerano infatti i pagamenti effettuati nei cinque giorni successivi alla scadenza.

A questo punto però aspettare l’arrivo di novembre non sarebbe del tutto sbagliato, almeno per chi ha rottamato o stralciato cartelle con carichi fino a 5mila euro affidati dal 2000 al 2010 all’agente publlico della riscossione. Il 31 ottobre, infatti, l’agenzia delle Entrate- Riscossione (Ader) procederà allo stralcio automatico per i contribuenti in possesso di cartelle che hanno redditi imponibili fino a 30mila euro. Gli eventuali pagamenti anticipati rispetto al 31 ottobre non sarebbero rimborsati qualora il debito risultassero nel condono delle “microcartelle”.

Ma oltre la rottamazione c’è di più per chi ha debito con l’erario, l’Inps o i comuni. Chi ha ricevuto nuove cartelle dal 1° settembre scorso, primo giorno di ripresa della riscossione coattiva dopo le ripetute sospensione dettate dai decreti anti crisi, e le riceverà fino al 31 dicembre prossimo avrà a disposizione 150 giorni per saldare il conto dal momento della notifica dell’atto da parte di Ader. Misura questa fortemente voluta dalle commissioni Finanze di Camera e Senato con la risoluzione approvata martedì scorso sul documento dello stato della riscossione depositato in Parlamento a metà luglio dal ministro dell’Economia, Daniele Franco.

Altra ciambella di salvataggio, anche questa chiesta dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, riguarda la possibilità di decadere dai piani di dilazione attivati prima dell’8 marzo 2020 (inizio ufficiale della pandemia) solo dopo 18 rate non pagate anche non consecutivamente. Il limite delle 10 rate non versate resta valido solo per i piani di pagamento dilazionato la cui richiesta era stata presentata fino al 31 dicembre 2020.

Inoltre, la stessa norma, consente a tutti i debitori già decaduti dai piani di dilazione di rientrare in corsa versando in unica soluzione gli importi dovuti entro il prossimo 31 ottobre, termine che slitta al 2 novembre viste le due festività consecutive. Restano comunque validi i provvedimenti adottati da Ader dal 1° ottobre fino alla data di entrata del nuovo decreto fiscale e restano acquisiti gli interessi di mora corrisposti e le sanzioni.

Nel pacchetto riscossione entra anche il rifinanziamento del concessionario pubblico che incasserà 100 milioni in più per il 2021, raggiungendo l’ammontare complessivo di 212 milioni per l’anno in corso.

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