Controlli e liti

Rottamazione dei ruoli, veto di Cassa dottori commercialisti

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di Federica Micardi

La Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti scrive ai delegati territoriali per spiegare la propria posizione in merito alla rottamazione delle cartelle.

Il presidente Walter Anedda sceglie la rottamazione come tema per avviare una nuova forma di comunicazione con i delegati dell’assemblea, un’informativa periodica di divulgazione e trasmissione sul “territorio” delle tematiche previdenziali e delle linee strategiche e decisionali attuate dalla Cassa.

Tornando alla definizione agevolata dei carichi pendenti, questione che riguarda, scrive il presidente Anedda «un numero ristretto di Colleghi» , l’interpretazione della Cnpadc si basa su più elementi: il testo della norma, l’autonomia gestionale delle Casse, l’equità di trattamento degli iscritti.

La norma, all’articolo 10, lettera e-bis del Dl 193/2016 sancisce: «Sono esclusi dalla definizione di cui al comma 1 i carichi affidati agli agenti della riscossione recanti: …le altre sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti dagli enti previdenziali». Il significato letterale indica, si legge nell’informativa ai delegati, che non sono esclusi i carichi relativi ai contributi dovuti dagli enti previdenziali; ma sono invece esclusi, secondo Cassa commercialisti, i contributi dovuti «agli enti previdenziali».

L’autonomia delle Casse prevede l’assoluto divieto di contribuzione da parte dello Stato, di conseguenza le Casse hanno l’obbligo di reperire in autonomia le risorse per erogare i trattamenti pensionistici e assistenziali, una regola che «non si concilia con l’imposizione di un rigido obbligo normativo di rinuncia all’incasso» di somme destinate a garantire l’equilibrio della Cassa stessa. Un’autonomia, anche finanziaria, riconosciuta anche dalla Corte costituzionale con la sentenza 7/2017.

Sul fronte dell’equità la rottamazione, scrive Anedda, «rappresenta un sicuro beneficio per chi ha un debito nei confronti della Cassa... ma sicuramente non costituisce un vantaggio per tutti coloro, la stragrande maggioranza, che hanno puntualmente assolto agli obblighi» contributivi.

Spiegata la posizione dell’ente contro la rottamazione Anedda ricorda ai delegati che la Cassa « ha introdotto da circa 20 anni la possibilità di regolarizzare spontaneamente la propria posizione contributiva ed ha progressivamente ridimensionato le sanzioni, introducendo recentemente anche la “regolarizzazione agevolata”, di fatto una sorta di “avviso bonario”» e forme di rateizzazione delle somme dovute direttamente alla Cassa o all’agente della riscossione. Strumenti efficaci, scrive Anedda, che nel 2016 hanno permesso a 8mila commercialisti di regolarizzare la loro posizione previdenziale.

Il tema rottamazione e Casse è stato affrontato anche in un question time dell’onorevole Giulio Cesare Sottanelli nella scorsa settimana; nella risposta del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, si legge che l’interpretazione data da Cassa commercialisti «confligge con quella adottata da altre casse previdenziali»; che l’agenzia delle Entrate Riscossione fornirà i conteggi relativi alla rottamazione anche ai commercialisti che ne hanno fatta richiesta e conclude precisando che grava «sull’Ente previdenziale interessato l’onere di comunicare ai propri iscritti il contrario avviso in merito all’inapplicabilità della procedura di definizione agevolata».

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