Imposte

Sabatini, stop alle imprese che hanno già chiesto 4 milioni

Si considerano le domande di contributo dell’entrata in vigore del Dl 69/2013

di Roberto Lenzi

Sabatini, stop alle aziende che negli anni investono di più. Un parere del Mise specifica che non possono essere accettate dagli istituti bancari le pratiche provenienti da imprese che, in passato, hanno già richiesto 4 milioni di euro di finanziamenti, anche se li hanno già rimborsati.

Il parere del Mise

Con un parere inviato a un'impresa, il Mise sostiene che la concessione del contributo “Nuova Sabatini”, per ciascuna impresa beneficiaria, sia condizionata all'adozione di una delibera di finanziamento per un importo non superiore a 4 milioni di euro. Il limite massimo di 4 milioni di euro è riferito ai finanziamenti corrispondenti alla somma di tutti gli investimenti ammessi dal ministero a favore di una singola Pmi a decorrere dall'entrata in vigore del decreto legge 69/2013 e per questo richiama il punto 5 della Circolare 14036 del 15 febbraio 2017.

La circolare 15 febbraio 2017

L'importo del finanziamento «non può essere deliberato per un valore non inferiore a 20mila euro e non superiore a 4 milioni di euro, anche se frazionato in più iniziative di acquisto, per ciascuna impresa beneficiaria. Il limite massimo di 4 milioni di euro è riferito ai finanziamenti corrispondenti alla somma di tutti gli investimenti ammessi dal ministero a favore di una singola Pmi a decorrere dall'entrata in vigore del decreto-legge n. 69/2013. Il limite minimo di 20mila euro è riferito alla singola domanda di agevolazione. Entro il limite massimo di 2 milioni di euro di finanziamento la Pmi può presentare una o più domande di agevolazione, fatta eccezione esclusivamente per quanto previsto al punto 7.3 della presente circolare».

Il decreto legge 69/2013

Il decreto legge 69/2013 specificava che i finanziamenti «hanno durata massima di 5 anni dalla data di stipula del contratto e sono accordati per un valore massimo complessivo non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna impresa beneficiaria, anche frazionato in più iniziative di acquisto. I predetti finanziamenti possono coprire fino al cento per cento dei costi ammissibili». Tale importo è stato poi aumentato a 4 milioni di euro.

Considerazioni

La circolare richiamata è stata emessa dopo quattro anni dalla norma originale, mentre i finanziamenti hanno una durata massima di 5 anni, ma di effettivo utilizzo di 4 anni più uno di preammortamento. È evidente che all'epoca, di fatto, c'era coincidenza tra quanto accordato e i finanziamenti in corso per ogni impresa. Allo stato attuale, però, dopo 8 anni dall'entrata in funzione della norma, la sua estensione a supporto delle imprese 4.0, che ha riportato molto interesse sulla legge, ha fatto sì che molte imprese abbiano già rimborsato e chiuso i primi finanziamenti. Se conteggiassimo il deliberato attivo, l'importo sarebbe quindi inferiore a 4 milioni di euro, mentre se venisse considerata valida la circolare del 2017, emessa ovviamente anche ante pandemia, il rischio sarebbe quello di bloccare le imprese che vogliono progredire, impedendo loro di fare nuovi investimenti con una perpetrazione della norma alquanto anacronistica. Una soluzione potrebbe essere quella di alzare ulteriormente il massimale o di confermare che il termine “accordati” richiamato nella norma istitutiva vale fino a 4 milioni di euro ma solo considerando i finanziamenti in corso. Difficilmente il legislatore nel 2013 poteva pensare che la norma sarebbe andata avanti per cosi tanti anni nel campo della finanza agevolata, mondo nel quale le agevolazioni non durano più di qualche mese senza essere modificate o aggiornate. Le modifiche hanno riguardato le modalità di erogazione del contributo a fondo perduto in una o più quote, ma non hanno mai toccato l'impianto generale.

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