Controlli e liti

Appalti, sale la soglia di insoluti per finire fuori gara

Le irregolarità non definitive dovranno superareil tetto minimo di 35mila euro

di Giuseppe Latour

Cresce il tetto a partire dal quale le imprese, negli appalti pubblici, potranno essere escluse per irregolarità fiscali non definitive: passa dai vecchi 5mila fino a 35mila euro.

Non solo. Un decreto del Mef, da approvare entro inizio aprile, dovrà dare più certezze agli operatori, spiegando quali violazioni possono essere considerate gravi e definendo meglio i contorni di questa causa di esclusione. Fissando anche un principio di proporzionalità tra valore dell’appalto e insoluto.

Arriva anche questa novità con l’entrata in vigore della legge europea, a partire dal primo febbraio: in questo modo si cerca di scongiurare una possibile procedura di infrazione, ritoccando una norma molto problematica per le imprese che, nel tempo, è stata oggetto di innumerevoli correzioni.

Al centro ci sono i motivi di esclusione dagli appalti: sono quelle situazioni, come le condanne definitive per delitti contro la Pa, che portano l’operatore fuori dalla procedura di gara. La vecchia versione dell’articolo 80 del Codice appalti (Dlgs n. 50/2016) prevedeva che un operatore economico «può essere escluso dalla partecipazione a una procedura d’appalto se la stazione appaltante è a conoscenza e può adeguatamente dimostrare» che l’impresa non ha ottemperato ai suoi obblighi relativi al pagamento di imposte, tasse e contributi previdenziali, anche «non definitivamente accertati».

La condizione essenziale per attivare questo limite è che la violazione sia grave. Una soglia che la legge attualmente individua in 5mila euro.

Ora la legge europea rivede questo assetto, per limitare al massimo le possibilità di arbitrio in questo tipo di esclusioni. E per colpire soltanto quelle situazioni nelle quali la violazione abbia un importo rilevante.

Viene, così, stabilito un doppio binario. Le irregolarità contributive e previdenziali sono considerate gravi quando impediscano il rilascio del Durc o di altre certificazioni emesse dagli enti previdenziali.

In materia fiscale, invece, il principio, auspicato dalle imprese, è che saranno indicati dei criteri chiari che consentano di prevedere quando possono determinarsi queste esclusioni. Le gravi violazioni saranno, quindi, individuate da un decreto del ministro dell’Economia. Qui saranno fissati «limiti e condizioni per l’operatività della causa di esclusione relativa a violazioni non definitivamente accertate».

Queste, in ogni caso, devono essere correlate al valore dell’appalto: sarà richiesta, cioè, una proporzionalità tra irregolarità e danno economico. In ogni caso, poi, l’importo delle violazioni non potrà essere inferiore a 35mila euro.

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