Scambi automatici più ampi la platea sale a 103 Paesi
Lo scambio automatico di informazioni fiscali sta funzionando, non ci sono paesi inadempienti tra i 101 (oggi diventati 103) che si erano impegnati a inviare i dati all’Italia.
Lo si ricava dal Dm 29 gennaio 2019 (pubblicato in G.U. 31 del 6 febbraio scorso) che, aggiornando l’elenco delle giurisdizioni partecipanti al Crs (Common reporting standard), non ha cancellato per “inadempimento” nessuna delle 101 giurisdizioni che dialogano in entrata verso l’Italia. Anzi, alla sempre più ampia pattuglia dei paesi (effettivamente) collaborativi, si sono aggiunti Macao e Vanuatu, altri due paradisi sottratti a un mondo sempre più in estinzione, ma non ancora del tutto estinto.
Il Dm dello scorso gennaio contiene un’altra novità sostanziale, ma che riguardando le informazioni in uscita dall’Italia (e non quelle in entrata) ha un impatto nullo sul conto erariale e molto marginale sui contribuenti (ex) italiani: dal prossimo 1° aprile escono dalla lista da trasmettere “worldwide” le forme di previdenza complementare (adesioni individuali) e i piani pensionistici individuali, così come le polizze collettive Tfr pro dipendenti e, dalle istituzioni tenute a collaborare, escono Cassa depositi e prestiti e istituti previdenziali privatizzati.
In attesa che l’agenzia delle Entrate inizi a finalizzare la mole di dati già arrivata e in arrivo a cadenza semestrale, altrove lo scambio automatico ha già determinato effetti percettibili. Succede in Svizzera, Canton Ticino, dove nel solo 2018, 3.098 contribuenti (molti dei quali italiani residenti fiscalmente) hanno autodenunciato 2,2 miliardi di franchi detenuti all’estero. Questi asset (conti correnti e proprietà immobiliari soprattutto) sono principalmente localizzati nei paesi Ue, per il semplice motivo che a far data dal 1° ottobre 2018, con l’entrata in vigore dello scambio automatico in Svizzera, gli svizzeri non potranno più esercitare il diritto dell’«autodenuncia esente da pena», in sostanza l’emersione volontaria senza incriminazione. Logica ineccepibile, quella elvetica: dal momento che l’amministrazione riceve i dati, non li chiede più ai suoi obbligati fiscali. L’ultima emersione volontaria dalla Svizzera lascia intuire sullo sfondo - vista l’entità dei patrimoni oscurati al Canton Ticino - una semplice verità: un consistente numero di contribuenti svizzeri (ma molti, come detto, sono italiani con residenza fiscale a Lugano e dintorni) negli anni avevano evitato di dichiarare averi e sostanze - come piace definirli agli elvetici - sia alla madrepatria sia, a volte, alla patria di provenienza. Un esempio da manuale di doppia elusione (o evasione?) fiscale.
Il 770 semplificato ai tempi supplementari. In attesa di superare l’ostacolo sul visto per i crediti elevati
di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware