Adempimenti

Sdoganamento delle merci più rapido e competitivo

Regole idonee alle esigenze di speditezza proprie del commercio internazionale. Il sistema sanzionatorio si presenta per alcune misure del tutto inadeguato

Per le dogane la legge delega chiede al legislatore di aggiornare e abrogare tutte le disposizioni nazionali che risultino non in linea con le regole unionali. Inoltre, con criteri più puntuali, la riforma deve completare il processo di telematizzazione delle procedure e degli istituti doganali, deve migliorare il coordinamento dei controlli doganali tra le diverse autorità che intervengono al momento dello sdoganamento delle merci; deve riordinare le procedure di liquidazione, accertamento e revisione dell’accertamento e deve, infine, revisionare l’istituto della controversia doganale e le sanzioni speciali.

Principi e criteri importanti, per rendere lo sdoganamento delle merci più rapido e in linea con le esigenze di speditezza proprie del commercio internazionale.

Ad ogni modo, concentrando l’analisi sui dati provvisori riferiti alle dogane, gli innesti di legge sono sicuramente interessanti.

Entrando più in dettaglio sugli effetti della delega approvata in merito alle tematiche doganali, come evidenziato in precedenza, un criterio prioritario è quello dell’aggiornamento normativo nazionale con il diritto Ue.

In questa logica, nella riforma dovrebbe inserirsi la radicale rivisitazione del Tuld, ossia il Tu delle leggi doganali 43/1973, norma che è di fatto radicalmente superata dal Codice doganale Ue (952/2013 e relativi atti esecutivi e delegati), fatta eccezione per talune norme di dettaglio. In proposito, si potrebbe ritenere utile addirittura la totale abrogazione del Tu, in favore di un atto unico che convogli le norme superstiti, le procedure di accertamento, riscossione e liquidazione dell’imposta ai sensi del Dlgs 374/1990 (pure superato), con particolare riferimento alle sanzioni.

Un corpus nuovo, insomma, che racchiude in pochi articoli quanto, per norma, è necessario o opportuno mantenere e che non sia già disciplinato sul piano Ue.

Come si ricorda, infatti, in materia doganale le regole sono fissate da legislatore unionale e solo alcune tematiche sono ancora nel dominio dei singoli Stati membri.

Un discorso a parte è necessario fare in materia di sanzioni, dove un intervento del legislatore nazionale è individuato proprio per rispettare i criteri di efficacia e proporzionalità imposti a livello unionale. Il sistema sanzionatorio si presenta per alcune misure del tutto inadeguato con conseguenze per gli operatori in alcuni casi assolutamente sproporzionate. In particolare, le sanzioni non sono armonizzate e sono oggi contenute nel Tuld e, con la delega, si potrà procedere alla loro razionalizzazione e revisione, eliminando o accorpando sanzioni ultronee, di dubbia applicazione, chiarendo aspetti controversi circa la disciplina del contrabbando e modificando l’articolo 303 in senso finalmente proporzionale, visti gli effetti abnormi di tale norma. Di contro, appare una prima volontà di innestare nuove sanzioni per le revisioni.

Un’ultima riflessione, che, allo stato attuale, per la parte doganale è del tutto esclusa, riguarda le semplificazioni pre-accertative e pre-contenziose previste nella bozza dagli articoli 16 a 19. Sotto questo profilo, la natura unionale dell’obbligazione doganale va correttamente interpretata, anche in base alle pronunce della Corte di giustizia, nonché in forza dell’impostazione del sistema, superando diverse preclusioni che, fino a oggi, hanno reso impossibile l’adozione di istituti deflativi o definitori in materia doganale coinvolgendo inaspettatamente anche l’Iva all’importazione e le accise.

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