Adempimenti

Si lavora sul regime transitorio per il nuovo patent box

I tecnici puntano a lasciare più tempo per l’opzione al nuovo regime

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Un lungo e complesso lavorio di messa a punto rallenta ancora la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del decreto fisco-lavoro approvato dal Consiglio dei ministri di venerdì 15 ottobre. Tra i nodi ancora da sciogliere c’è quello del regime transitorio sul patent box. Come segnalato nell’articolo di Luca Gaiani, l’abrogazione del vecchio regime del patent box avviene in modo retroattivo per le opzioni da effettuare nella dichiarazione dei redditi 2021 relative a regimi o rinnovi con decorrenza dal 2020. In base alle prime bozze circolate del decreto fisco-lavoro, era previsto un taglia fuori per le dichiarazioni con opzione trasmesse dall’entrata in vigore della norma (il giorno successivo alla pubblicazione in «Gazzetta») determinandone l’inefficacia e la conseguente perdita del beneficio che l’impresa ha comunque già considerato sia nel bilancio che nei versamenti d’imposta. Una questione con impatto soprattutto sugli utilizzi indiretti di intagibili per cui non è previsto ruling o sulle autoliquidazioni, che richiedono un’opzione nel modello Redditi 2021. Da qui l’esigenza di una «clausola di salvaguardia», su cui i tecnici dell’amministrazione finanziaria hanno lavorato nelle ultime ore, per mettere comunque al riparo le opzioni per il vecchio patent box relative ad esercizi chiusi alla data di entrata in vigore del decreto, anche se comunicate successivamente con la dichiarazione. Un intervento necessario in questa fase di drafting del testo finale e per cui un’eventuale correzione di rotta in sede di conversione parlamentare sarebbe risultata comunque tardiva, considerando anche che il termine di invio telematico del modello Redditi scade il 30 novembre. A meno che non si decida in extremis di farla entrare in vigore dal 1° gennaio 2022, anche con uno stralcio dal Dl e un inserimento nel Ddl di Bilancio.

Ma tra i temi su cui è andata avanti la messa a punto del testo finale del decreto c’è anche il pacchetto di interventi (e risorse) per la digitalizzazione della giustizia. Norme inserite in una prima bozza del provvedimento e poi stralciate dal testo uscito dal Consiglio dei ministri. La riflessione in corso nelle ore che precedono la bollinatura finale potrebbe farle reintrodurre nel decreto, a meno che non trovino spazio in un altro Dl con un ulteriore stock di misure per l’attuazione del Pnrr in cui dovrebbero entrare anche gli incentivi e i finanziamenti dedicati alle imprese del settore turismo. Molto dipenderà dalla quadratura del cerchio con gli impegni e le risorse movimentate nel quadro del documento programmatico di bilancio (Dpb) approvato dal Governo. E un ulteriore punto su cui è stata in corso una riflessione in extremis riguarda anche i contratti di somministrazione, su cui alcune forze della maggioranza hanno chiesto interventi correttivi.

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