Sicurezza dei dati garantiti da Blockchain
Anche se nel suo Dna c’è il “peccato” reputazionale di Bitcoin (sempre ammesso sia un peccato), la tecnologia blockchain apre scenari straordinari per la pubblica amministrazione e per la gestione della sanità. L’algoritmo inventato nel 2008 dall’etereo Satoshi Nakamoto - nuovo modo di creare comunità digitali aperte di transazioni in espansione (catena) continua e disintermediate - è stato al centro del Forum dei centri servizi digitali, svoltosi ieri al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.
A prospettare nuovi e suggestivi confini nell’era - problematica - dei big data è Marcella Atzori (University College of London), che ha spiegato come i flussi di informazioni nella blockchain «garantirebbero per la Pa efficienza, rispetto della privacy e trasparenza, per esempio nei registri pubblici in cui questa tecnologia elimina dati ridondanti, errori accidentali e manomissioni di terze parti, quindi può “reingegnerizzare” i processi».
Tanto più intriganti si prospettano i risvolti nella riscossione di imposte e nella gestione di fondi pubblici, con la riduzione del rischio frodi a vantaggio di maggior trasparenza, «per esempio la spendibilità consentita solo a certi soggetti e nella maniera e nelle modalità preventivate». Ulteriore step sarebbe poi l’interfaccia con l’intelligenza artificiale, che p0trebbe rilevare anomalie, prevedere trend futuri etc.
Nella sanità, ha aggiunto la Atzori, la nuova tecnologia “a catena” «assicura la privacy dei pazienti, può gestire dati e fascicoli sanitari senza rischio hackeraggio, evita i grandi silos di informazioni sensibili, che peraltro hanno costi di gestione». La condivisione sicura dei dati e di analisi attraverso l’intelligenza artificiale, aprirebbe poi frontiere inesplorate anche nella diagnostica. La tecnologia blockchain, per come è strutturata, può poi permettere in sostanza un trattamento dinamico e costantemente attualizzato dei big data.
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di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware