Diritto

Slitta l’allerta esterna, si aggiungono le segnalazioni di Inps e riscossione

Con gli emendamenti approvati al Dl Sostegni 12 mesi in più per le segnalazioni. Via libera anche a modifiche degli accordi di ristrutturazione

di Giovanni Negri

Slittamento totale per le misure di allerta esterna. Tra gli emendamenti approvati al decreto sostegni trova posto anche il rinvio di un anno, a fare data dal momento di entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa (oggi fissato al prossimo 1° settembre), delle segnalazioni innescate da Inps e agenti della riscossione. Lo slittamento si aggiunge a quello già disposto nel testo del decreto ma riguardante solo le segnalazioni veicolate dall’Agenzia delle entrate.

L’avviso al debitore che ha superato la soglia critica di esposizione, così come determinata dalle stesse disposizioni applicative del Codice, primo gradino che conduce al procedimento di composizione della crisi davanti all’Ocri, viene così messo in lista d’attesa in tutti i casi che vedono coinvolti i creditori pubblici. Resta ancora la possibilità che tutta la procedura di allerta possa essere avviata su impulso degli organismi di controllo interno, in una governance che soprattutto per le società a responsabilità limitata è stata ridisegnata dalla necessità di farsi trovare pronte con l’obbligo di adozione di sindaco o revisore.

La motivazione del legislatore

Ora, se è evidente che a determinare le scelte del legislatore è stata soprattutto la crisi economica e la valutazione di condurre a un’esplosione di segnalazioni sulla base di dati contabili terremotati dall’epidemia ancora in corso, il tema del rinvio dell’allerta interno rimane sul tavolo. Ad affrontarlo sarà verosimilmente la commissione istituita dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia che dovrà concludere i lavori tra poco più di un mese, all’interno della quale peraltro si registra già dopo le prime riunioni un vasto consenso su uno slittamento di questa sola parte. Da valutare meglio invece l’opportunità di lasciare aperta la strada della composizione concordata della crisi su richiesta da parte dell’imprenditore.

Gli emendamenti

Negli emendamenti approvati al decreto sostegni trova spazio anche la possibilità di riapertura dell’accordo di ristrutturazione già chiuso. In questo caso, se l’imprenditore, con l’obiettivo di assicurare l’esecuzione degli accordi, ritiene necessario introdurre modifiche al contenuto del piano, sarà possibile effettuarle chiedendo al professionista incaricato di procedere al rinnovo della relazione. La norma era già stata inserita nel Codice della crisi e ne rappresenta un’anticipazione, come già avvenuto per la transazione fiscale rivista e corretta.

Anche in questo caso la prospettiva di intervento è condizionata in maniera significativa dall’emergenza sanitaria, visto che l’intenzione dichiarata è quella di confermare la soluzione dell’accordo di ristrutturazione del debito anche quando le condizioni economiche (per esempio per effetto della crisi pandemica) sono cambiate rendendo l’assetto in un primo momento concordato con la maggioranza qualificata dei creditori non più sostenibile.

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