Adempimenti

Società sportive dilettantistiche, niente Ires e Iva i contributi per l’iscrizione al campionato

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di Jessica Pettinacci e Gabriele Sepio

Esclusi da Ires e Iva i contributi richiesti a società affiliate alla medesima federazione per partecipare a manifestazioni sportive. È quanto emerge dalla risposta a interpello 453/2019 dell’agenzia delle Entrate dello scorso 30 ottobre, in relazione all’interpello proposto da un’associazione di categoria sul corretto trattamento ai fini delle imposte dirette e dell’Iva delle quote richieste a società sportive dilettantistiche per iscrivere le proprie squadre al campionato sportivo organizzato dall’istante. Nello specifico, si chiede di sapere se ai contributi in questione trovi applicazione la decommercializzazione dei corrispettivi specifici prevista dall’articolo 148, comma 3, del Tuir (ai fini delle imposte dirette), nonché l’esclusione dall’Iva all’articolo 4, comma 4 del Dpr 633/1972 (con conseguente venir meno dell’obbligo di emettere fattura in quanto attività connessa a quelle istituzionali dell’ente).

La risposta dell’Amministrazione è positiva e muove dall’analisi dei presupposti richiesti per fruire dei due regimi agevolati. Sul fronte delle imposte dirette, la fattispecie oggetto di interpello rientrerebbe a pieno titolo nell’ambito applicativo dell’articolo 148, comma 3, Tuir sia dal punto di vista soggettivo, in quanto l’istante è un ente non commerciale, sia oggettivo, in quanto trattasi di contributi supplementari legati ad attività svolte in attuazione degli scopi istituzionali e versati da società che (seppure non associate) assumono la qualifica di “partecipanti” e sono affiliate alla medesima Federazione sportiva.

Resta ferma la necessità di verificare la presenza nello statuto di clausole conformi al comma 8 dell’articolo 148 (che subordina l’agevolazione di cui al comma 3 all’inserimento di precise disposizioni statutarie).

Ai fini Iva, l’Amministrazione – richiamando quanto già chiarito nella Circolare n. 124 del 1998 – ribadisce che l’accesso al regime agevolato è subordinato al rispetto dei seguenti requisti:
•tipologia di associazione (politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona);
•attività esercitata in compliance con quelle istituzionali;
•attività effettuate nei confronti dei propri soci, associati o partecipanti, oppure anche nei confronti di associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, nonché dei rispettivi soci, associati o partecipanti;
•rispetto degli ulteriori requisiti all’articolo 7, comma 4, del Dpr 633/1972 attinenti alla natura associativa dell’ente.

La fattispecie oggetto di interpello sembrerebbe integrare le citate condizioni, per cui l’Amministrazione ha riconosciuto la spettanza del regime agevolato anche ai fini Iva.
Lo scenario appena delineato potrebbe subire variazioni, almeno sotto il profilo delle imposte dirette, per gli enti sportivi dilettantistici che decideranno di entrare nel Terzo settore iscrivendosi all’istituendo Registro unico nazionale (Runts). La riforma (Dlgs 117/2017) ha disapplicato per gli enti del Terzo settore la decommercializzazione dei corrispettivi specifici all’articolo 148, comma 3, Tuir, replicando un regime analogo solo per gli enti che si qualificano come associazioni di promozione sociale (articolo 85 del Dlgs 117/2017). Anche tale aspetto, quindi, dovrà essere valutato attentamente dalle associazioni e società sportive dilettantistiche intenzionate ad accedere al nuovo perimetro della riforma.

Agenzia delle Entrate, risposta a interpello 453/2019

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