Adempimenti

Spese universitarie, ecco i limiti di detrazione per gli atenei privati

Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Miur che fissa i massimali di importo agevolato

(AdobeStock)

di Marcello Tarabusi

Confermati per l’anno 2019 i massimali di detrazione per le spese dei corsi tenuti da università non statali. Sulla Gazzetta ufficiale dell’11 febbraio (n.34) è stato infatti pubblicato il decreto del Miur che fissa i limiti di importo detraibile sui costi per la frequenza di corsi di istruzione universitaria sostenuti presso atenei non statali.

Il campo di applicazione
La limitazione si applica alle rette pagate alle università private: per assicurare la parità di trattamento – tra contribuenti e tra atenei – la legge di Stabilità 2016 ha previsto che le spese di formazione universitaria sostenute presso facoltà non statali siano detraibili solo fino a concorrenza dei costi mediamente sostenuti per frequentare gli atenei statali.

Il Miur elabora quindi ogni anno un calcolo dei valori di riferimento, tenendo conto degli importi medi delle tasse e dei contributi dovuti alle università statali, suddiviso per settori disciplinari e per aree geografiche.

I massimali agevolati
Chi ha pagato la retta presso un’università privata potrà detrarre la spesa – e quindi ottenere lo sconto fiscale del 19% dell’importo – solo fino a concorrenza del massimale applicabile. La parte di retta che eccede tale limite non è detraibile: ciò significa che il beneficio più elevato che può essere ottenuto è il 19% del massimale (quindi, ad esempio, 703 euro per un corso di laurea in medicina al Nord, 285 euro per una facoltà umanistica al Sud e nelle Isole).

I limiti validi per il 2019 (e quindi da considerare nei modelli 730 e Redditi del 2020) sono i seguenti, divisi per area disciplinare e riprodotti, invariati, nei vari decreti succeduti dal 2016 ad oggi:
area medica: Nord 3.700 euro; Centro 2.900; Sud e Isole 1.800
area sanitaria: Nord 2.600; Centro 2.200; Sud e Isole 1.600
area scientifico-tecnologica: Nord 3.500; Centro 2.400; Sud e Isole 1.600
area umanistico-sociale: Nord 2.800; Centro 2.300; Sud e Isole 1.500

L’elenco dettagliato di tutti i corsi di laurea compresi in ciascun raggruppamento disciplinare è allegato al decreto e consultabile a questo link.

I limiti valgono per tutti i corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico delle università non statali. Per le spese relative a corsi di dottorato, di specializzazione e ai master universitari di primo e secondo livello si applicano i massimali più elevati, corrispondenti a quelli dell’area medica, tenendo sempre conto delle tre aree geografiche (Nord 3.700 euro; Centro 2.900; Sud e Isole 1.800).

Gli altri vincoli
I massimali non sono l’unico vincolo sulla detrazione delle spese universitarie. Per tutte le spese universitarie, anche relative a università statali, l’agevolazione spetta anche se la spesa è sostenuta nell’interesse di familiari a carico.

Per le spese di frequenza dei corsi universitari, pubblici o privati, sostenute partire dal 1° gennaio 2020 si applica inoltre il limite progressivo stabilito dalla legge di Bilancio 2020: la detrazione del 19% spetta per l’intero importo a chi possiede un reddito complessivo (al netto di quello della prima casa e delle relative pertinenze) fino a 120.000 euro.

Per chi ha redditi compresi tra 120.000,01 e 240.000 euro, la detrazione è progressivamente ridotta proporzionalmente all’aumentare del reddito; oltre 240 mila euro il bonus sarà azzerato. Sempre con effetto dal 1° gennaio 2020 la detrazione è ammessa solo se la spesa è sostenuta con mezzi di pagamento tracciabili.

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