Imposte

Successioni, la delega gioca la carta della semplificazione

L’imposta coinvolge sempre più contribuenti, in linea con l’aumento dei decessi: nel 2022 incassi per 1,04 miliardi rispetto agli 805 milioni del 2018<br/>

Prevedere l’autoliquidazione per l’imposta di successione e per l’imposta di registro. Semplificare la disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali tenendo conto della dematerializzazione dei documenti e degli atti. E introdurre un’imposta sostitutiva dei micro-tributi relativi agli atti soggetti all’imposta sulle successioni. Sono i principali interventi previsti in tema di successioni ereditarie dall’articolo 10 del disegno di legge delega fiscale del Governo Meloni.

La delega è, per la verità, molto ampia e lascia aperte diverse strade, ma l’intento dichiarato è semplificare e razionalizzare il sistema, anche riducendo gli adempimenti per i contribuenti ed eliminando i micro-tributi. Anche se l’autoliquidazione totale non sembra centrare l’obiettivo (si veda il servizio in basso).

Il trend in aumento

La semplificazione annunciata interviene su un’imposta che negli ultimi cinque anni ha visto crescere del 29,6% il gettito fiscale (da 805 milioni di euro nel 2018 ai 1.043 milioni dello scorso anno). Il trend descritto dalle statistiche del ministero delle Finanze è un risultato inevitabile, strettamente legato all’aumento dei decessi negli anni della pandemia e, più in generale, al progressivo invecchiamento della popolazione. Lo dimostrano anche i numeri delle dichiarazioni di successione, oggi aperte prevalentemente (per il 92%) in modalità telematica sul sito dell’agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla morte del de cuius, come previsto per legge: sono oltre 600mila quelle del 2022, dopo il picco di 636.700 toccato nel 2021, circa 100mila in più rispetto agli anni pre-Covid. Erano 553.100 nel 2018 e 494.500 nel 2019.

Con l’aumento delle pratiche di successione crescono anche le liti. Sono infatti salite del 18,3% nel 2022 rispetto al 2018 le procedure di mediazione, che è obbligatorio avviare prima di rivolgersi al giudice, perché condizione di procedibilità per le controversie in materia di successioni. Non tutte le liti finiscono in tribunale, ma i procedimenti contenziosi avviati nel 2022 sono comunque tornati ai livelli pre-Covid, superando il calo del 2020, quando, durante il lockdown, sono stati sospesi i termini. Marcato, invece, l’incremento delle procedure di volontaria giurisdizione in materia di successioni (come l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario o la rinuncia all’eredità): sono salite del 14,6% rispetto al 2018.

Il trend in salita è correlato all’aumento dei decessi nel nostro Paese. In base ai dati Istat più recenti, nel 2022 in Italia si sono registrati 713.499 decessi, circa 12mila in più rispetto ai 709.035 decessi del 2021, ma 27mila in meno rispetto al 2020, anno di massima mortalità dovuta alla pandemia. L’anno scorso un terzo dell’eccesso di mortalità del 2022 è stato rilevato nei mesi di luglio e agosto (+16% rispetto alle medie), per lo più a causa dei fattori climatici e delle persistenti ondate di calore estive. Numeri decisamente meno favorevoli di quelli del 2019, quando i decessi si fermarono a 660mila, ossia 53mila in meno.

L’imposta

Sono quindi sempre di più, stando alle statistiche, i contribuenti che ricevono un’eredità in Italia e che potrebbero beneficiare delle semplificazioni delineate dalla delega fiscale. Non nell’immediato: il Ddl deve iniziare il cammino in Parlamento e, dopo l’entrata in vigore della legge delega, il Governo avrà due anni di tempo per varare i decreti legislativi delegati.

Quanto alla misura dell’imposta, quella attuale italiana è tra le più basse in Europa (si veda l’articolo a destra): prevede l’aliquota del 4% con franchigia fino a un milione di euro per il coniuge, il partner di unione civile e i parenti in linea retta (ascendenti e discendenti); l’aliquota sale al 6% per fratelli e sorelle (con franchigia fino a 100mila euro) e per i parenti entro il quarto grado e gli affini entro il terzo grado. L’aliquota è invece all’8% per gli altri eredi. La destinazione di buona parte dell’eredità è vincolata, con quote di riserva a favore di coniuge, figli e ascendenti.

Peraltro, la delega apre anche alla «revisione della base imponibile o della misura dell’imposta applicabile». Si vedrà se sarà sfruttata.

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