Sugli oneri di riscossione una questione politica: centrale l’efficienza
L’ ordinanza 65/2018 di ieri della Consulta con cui si considerano manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Ctr Lombardia in tema di aggio esattoriale può servire a riportare il tema della riscossione dei tributi nell’agenda delle priorità del prossimo Governo. La Corte costituzionale ha svolto il suo compito e, va riconosciuto, che appaiono sostanzialmente inconsistenti le censure riguardanti l’asserita disparità di trattamento fra chi, di fronte alla pretesa del Fisco, decide di pagare, e chi, invece, intende far valere le proprie ragioni con un ricorso. In effetti, il contribuente che sceglie di impugnare l’atto di accertamento non deve necessariamente attendere la notifica della cartella di pagamento per versare quanto dovuto, ma può, invece, evitare il “balzello” dell’aggio, pagando a seguito della notifica dell’atto impositivo, senza aspettare l’iscrizione a ruolo a titolo provvisorio della frazione di imposta dovuta e la successiva notifica della cartella di pagamento.
Il tema, in effetti, non può essere affrontato sul piano giuridico, ma dovrebbe rientrare in una più ampia analisi di politica tributaria sui meccanismi della riscossione e sui costi a carico dei contribuenti. La partita iniziata con la soppressione di Equitalia e la creazione dell’agenzia delle Entrate- Riscossione, con nuovi e più specifici poteri, dovrebbe portare ad una maggiore efficienza del servizio e, soprattutto, ad una razionalizzazione dei costi.
L’integrazione funzionale dovrebbe portare ad una maggiore trasparenza e, ad esempio, ad una migliore comunicazione con i contribuenti, che metta in condizione anche quelli meno informati, di conoscere la possibilità di pagare prima dell’emissione delle cartelle esattoriali, evitando così gli elevati costi esattoriali.
Sul tema dei costi, d’altronde, serve un impegno deciso per continuare a percorrere la strada degli ultimi anni che ha portato la riduzione dell’aggio dal “lunare” 9% all’attuale 6 per cento. È auspicabile che, finalmente, il costo a carico dei contribuenti sia portato a livelli più in linea con quanto previsto nella maggior parte dei Paesi europei. Il costo del servizio di riscossione deve essere realmente collegato all’attività effettivamente svolta per l’incasso dei tributi. La riduzione degli oneri esattoriali deve comunque garantire l’equilibrio economico del sistema ed evitare di porre a carico della collettività un onere che deve essere pagato dai contribuenti infedeli. Le problematiche su questi punti attendono risposte urgenti e vanno affrontate in uno scenario che volga lo sguardo, nel suo complesso, ad un nuovo disegno organico dell’intero sistema sanzionatorio. L’ottica comparata, l’analisi di alcuni istituti presenti all’estero nei sistemi di riscossione, potrebbe agire per noi come stimolo al fine di migliorare il nostro sistema sia in termini di efficienza dell’azione di recupero dei tributi che in termini di correttezza, equilibrio e giustizia nei rapporti con i contribuenti.
Corte costituzionale, ordinanza 65/2018