Imposte

Delega fiscale, modifiche distribuite tra Camera e Senato

A Montecitorio fari puntati sulla parte delle imposte. Il capitolo delle procedure su accertamento, riscossione e contenzioso sarà approfondito in seconda lettura

di Giovanni Parente

Modifiche per parti separate tra Camera e Senato. Si preannuncia una divisione dei compiti tra i due rami del Parlamento sui ritocchi alla delega fiscale. Con un’impostazione che, per grandi linee e citando solo i capitoli maggiori, dovrebbe prevedere la commissione Finanze della Camera concentrata sulla parte relativa alle imposte e quella del Senato poi focalizzare in seconda lettura l’attenzione sul capitolo dei procedimenti, ossia quello che comprende, tra l’altro, accertamento, riscossione e contenzioso. Anche perché allo stato attuale “pendono” circa 400 emendamenti (considerando anche quelli simili o sovrapponibili) sul cammino della delega, considerando anche la decisione di Pd e M5S di non procedere a segnalazioni senza quindi una scrematura significativa rispetto ai complessivi 639 correttivi presentati in prima battuta (si veda «Il Sole 24 Ore» del 6 giugno). Lo scenario di modifiche ripartite tra i due rami parlamentari (che, quindi, apriranno la strada a una necessaria terza lettura alla Camera per chiudere l’iter) è emersa anche durante la seconda e ultima giornata del convegno dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci) svoltosi a Lecce e dedicato alla riforma fiscale.

I politici di maggioranza presenti hanno fatto fronte comune nel difendere come «scelta politica» la decisione di non affrontare il tema della revisione del Catasto della delega.

Altro tema caratterizzante è la riforma dell’Irpef con, a tendere, l’approdo alla flat tax come obiettivo di legislatura. Intanto si procederà per gradi. «L'obiettivo immediato della delega per l'Irpef è facilitare il ceto medio, che negli anni è stato penalizzato. Quando ero al Mef avevamo visto con il ministro Tria una riforma semplice, più o meno quella che si farà, costa 10-12 miliardi che facilita il ceto medio e le famiglie con figli» ha spiegato Massimo Garavaglia (Lega), presidente commissione Finanze del Senato. Nell’anticipare che nel passaggio al Senato l’attenzione sarà concentrata sul tema delle procedure, Garavaglia ha messo in luce il cambio di prospettiva su cui punta la delega sui fronti di accertamento, contenzioso e riscossione. Garavaglia ha precisato che «non bisogna arrivare a cinque anni per riscuotere, quindi bisogna accelerare e devono essere riscossioni vere e non frutto anche di errori di contenzioso».

Da Marco Osnato (FdI), presidente della commissione Finanze della Camera (dove ora il Ddl delega è incardinato e dove martedì si inizierà a votare), l’indicazione che «sarà opportuno fare un’analisi approfondita delle proposte emendative» e l’invito alle forze politiche a concentrarsi su quelle «pregne di significato e magari non di ostruzionismo». Con un obiettivo: «Da qui a prima dell’estate - ha concluso Osnato - il lavoro che vogliamo fare è dare una risposta in modo che fin dalla prossima legge di Bilancio la delega cominci nella sua applicazione». Sul fronte delle opposizioni, però, resta una forte contrarietà. Il senatore M5s, Mario Turco, ha parlato di «riforma dai contenuti ambigui e contraddittori» e «troppo sbilanciata a favore degli evasori».

Dagli interventi al convegno Ugci sono arrivati anche diversi spunti di riflessione per il futuro cammino della delega. Tra i diversi aspetti analizzati, il presidente emerito della Corte costituzionale Franco Gallo ha evidenziato che «il Ddl dimentica che per la famiglia il vero obiettivo della riforma dovrebbe essere non solo quello di rimodulare gli importi delle deduzioni e delle detrazioni semplificandone la disciplina, ma dovrebbe essere anche e soprattutto quello di valorizzare la situazione reddituale complessiva del nucleo familiare assicurando una maggiore equità fiscale; la Corte nel 1976 con la 179 ha detto che era incostituzionale il cumulo e tutto è rimasto così, forse si poteva dare una mano alla famiglia senza ricorrere al cumulo».

Secondo il presidente Ugci, Damiano Nocilla, «la legislazione fiscale deve realizzare un punto di equilibrio tra le esigenze del risparmio e della libertà economica e le esigenze della solidarietà fra gli appartenenti all'intera società».

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