Imposte

Super Ace, corsa contro il tempo per compensare subito il credito

Prima chance con i versamenti in scadenza lunedì 17 gennaio

di Luca Gaiani

Corsa contro il tempo per compensare il credito della super Ace con i versamenti in scadenza lunedì 17 gennaio. Dopo che l’agenzia delle Entrate ha annunciato il recapito delle comunicazioni di riconoscimento del credito (si veda l’articolo), le imprese potranno ora visualizzare l’importo compensabile nel proprio cassetto fiscale. Terminato l’esercizio 2021, interessato dal coefficiente maggiorato del 15%, è necessario un chiarimento sulla possibilità di utilizzare le ricapitalizzazioni del 2021 per il calcolo dell’Ace ordinaria dal 2022 in avanti.

Compensazioni al via

L’articolo 19 del Dl 73/2021 attribuisce alle imprese che nel corso del 2021 hanno effettuato ricapitalizzazioni, con accantonamento di utili o con conferimenti in denaro da parte dei soci, una deduzione Ace maggiorata pari al 15%, calcolata su un massimo di 5 milioni di euro.

La deduzione, che si evidenzierà nella dichiarazione dei redditi 2022 e dunque influirà sul versamento del saldo nel prossimo mese di giugno, può essere anticipatamente convertita in credito di imposta sulla base delle aliquote (Irpef o Ires) del contribuente. Ad esempio, un aumento di capitale sociale effettuato a dicembre 2021 per un importo di 1 milione di euro (per quest’anno non si effettua il ragguaglio temporale), genera una deduzione di 150mila euro che può essere convertita in un credito di 36mila euro. Per attuare la conversione, le imprese devono inviare (tra il 22 novembre 2021 e il 30 novembre 2022) una comunicazione telematica redatta secondo il modello approvato con il provvedimento delle Entrate del 17 settembre 2021. Il provvedimento dispone che, entro trenta giorni dalla presentazione della richiesta di conversione, l’Agenzia comunica il riconoscimento ovvero il diniego del credito d’imposta.

Le Entrate hanno avviato in questi giorni l’invio delle comunicazioni di approvazione o di diniego (si veda il Sole 24 Ore di ieri) del credito il quale, non appena sarà visibile nel proprio cassetto fiscale, potrà dunque essere posto in compensazione nel modello F24. Questa compensazione non intacca il tetto annuo di 2 milioni di euro (limite così stabilito, a regime, dalla legge di Bilancio 2022).

Ace ordinaria nel 2022

La super Ace, per come è strutturata la norma, si affianca e non sostituisce l’agevolazione ordinaria, che dunque troverà ancora applicazione nel 2021 per gli incrementi patrimoniali realizzati fino al 2020, nonché per la parte di ricapitalizzazione dell’anno che supera la soglia di 5 milioni su cui si applica il 15 perc ento. La distanza tra i due coefficienti è effettivamente abissale (la super-Ace vale 11 volte quella base), ma non va trascurato il fatto che l’Ace ordinaria è una agevolazione che si calcola su una base patrimoniale che si rigenera ogni anno. Ad esempio, un aumento di capitale di 1 milione effettuato nel 2011 (in assenza di successivi rimborsi) ha generato Ace ordinaria in ciascuno degli anni fino al 2021 e continuerà a farlo negli anni seguenti anche in assenza di ulteriori aumenti di patrimonio. È questo, a un tempo, il vantaggio, ma anche il limite della agevolazione Ace: le imprese che hanno ricapitalizzato una sola volta continuano ad usufruire del bonus sine die, ma con una percentuale assai modesta.

La super Ace, al contrario, massimizza il vantaggio soltanto per le nuove ricapitalizzazioni, ma non si ripete negli anni successivi al 2021.

Gli incrementi potenziati

Proprio su quest’ultimo aspetto, cioè sulle interrelazioni tra la base della super Ace 2021 e l’agevolazione degli anni seguire, si concentra uno dei tanti dubbi sollevati dalla disposizione. Seguendo una interpretazione sistematica delle norme, l’incremento di capitale netto realizzato nel 2021, che in tale periodo di imposta ha scontato il 15% (fino a cinque milioni), dovrebbe, dall’esercizio 2022, entrare ordinariamente a far parte della stratificazione patrimoniale soggetta alla aliquota base dell’1,3% e dunque sommarsi a tutti gli incrementi netti realizzati dal 2011 in poi. Questa impostazione, che richiederebbe una conferma ufficiale, dovrebbe valere indipendentemente dal fatto che la super Ace venga fruita come deduzione nel modello Redditi 2022 o che essa sia stata convertitaa in credito di imposta compensato in F24.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©