Imposte

Superbonus per le società in house dei Comuni

L’interpello 150/2023 torna sul tema della gestione in house degli immobili comunali e dei relativi interventi di ristrutturazione

di Giuseppe Latour

Le società in house possono accedere all’ecobonus e al superbonus per le attività svolte per conto dei Comuni. Non ha impatto la tipologia di contratto che regola i rapporti tra l’amministrazione e la società. A spiegarlo è la risposta a interpello n. 150/2023, appena pubblicata dall’agenzia delle Entrate per fare il punto su un caso piuttosto frequente: una società che si occupa di ristrutturazioni e restauri e che lavora per conto di un Comune nella gestione di immobili di edilizia residenziale pubblica.

Il rapporto con l’amministrazione è regolato da un contratto di servizio nel quale si disciplina lo svolgimento «da parte della società istante di una serie di attività, rientranti nell’ambito del sopra menzionato affidamento diretto del Comune di ... alla società stessa, che possono sostanziarsi nel compimento da parte della medesima proprio degli interventi agevolati contemplati dalla normativa in oggetto», in materia di superbonus ed ecobonus. Insomma, la società è preposta a svolgere questi lavori.

Resta da capire se dal punto di vista fiscale sia possibile accedere a queste agevolazioni. Le Entrate rispondono in maniera positiva. Spiegando che l’ecobonus è fruibile «anche dagli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di in house providing».

Una previsione simile c’è nelle norme sul superbonus. E vale sia se le società agiscono su immobili di proprietà che su immobili gestiti per conto dei Comuni. Questo, inoltre, prescinde «dalla tipologia di contratto che ne regola i rapporti (es. appalto, concessione, affidamenti diretti, ecc.)». Ovviamente, la società dovrà avere tutti i requisiti per essere considerata “in house”. Su questo punto, l’agenzia delle Entrate non dà indicazioni specifiche.

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