Adempimenti

Superbonus, asseverazioni in salita per solai e balconi

Gli incroci di norme tra 110% e sismabonus creano problemi alle asseverazioni per alcuni interventi

di Andrea Barocci e Giuseppe Latour

Asseverazioni problematiche per alcune opere di messa in sicurezza statica, come il rinforzo di travi e solai o il rifacimento di balconi. Con possibili effetti negativi anche sulla nuova detrazione fiscale del 110%. Se parliamo di antisismica e del superbonus, gli incroci delle norme nuove e di quelle ormai consolidate rischiano di creare più di un problema a professionisti e contribuenti nei prossimi mesi, in assenza di chiarimenti.

Il problema delle asseverazioni
Le norme sul superbonus (articolo 119 del Dl 34/2020) prevedono che l’efficacia degli interventi in termini di riduzione del rischio sismico sia asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, della direzione dei lavori delle strutture e del collaudo statico in base alle indicazioni del Dm 58/2017, che è il decreto nel quale è contenuta la classificazione alla base dell’altro strumento attualmente in vigore, il sismabonus.

Il problema nasce perché il nuovo superbonus ha una portata più ampia rispetto al sismabonus, non solo in termini di valore delle detrazioni. Il sismabonus, infatti, riguardava tutte le opere di miglioramento sismico e finiture connesse: si tratta, in sostanza, di opere che migliorano il comportamento dell’edificio e contribuiscono a incrementarne la classe sismica. Nel perimetro del 110% ci sono, invece, anche opere strutturali che non cambiano o migliorano il comportamento dell’edificio, quindi non mutano la sua classificazione sismica, e che in precedenza rientravano nel vecchio 50% (il bonus ristrutturazione ordinario).

I casi
Qualche esempio consente di capire che si tratta di interventi molto frequenti nella pratica. C’è la realizzazione di un’apertura in una parete portante, attraverso l’utilizzo di cerchiature. C’è il rinforzo o la sostituzione di una trave ammalorata. C’è il rinforzo di un campo di solaio che non ha un’adeguata resistenza ai carichi per i quali è stato progettato. Ma c’è anche il rifacimento di un balcone.

In tutte queste situazioni i tecnici, facendo riferimento al solo Dm 58/2017 indicato dalle norme sul superbonus, avranno difficoltà a preparare la loro asseverazione. Si tratta, infatti, di casi non previsti da quel decreto. E questo potrebbe avere conseguenze negative anche sull’ottenimento dello sconto fiscale: l’asseverazione del professionista è, infatti, un requisito essenziale per l’ottenimento del bonus.

Le soluzioni possibili
Altro aspetto da considerare è la totale perdita della premialità nell’incentivo, perseguita e ottenuta con il sismabonus solo a partire dal 2017 e adesso vanificata nel caso di utilizzo del superbonus al 110%: tutti gli interventi ora incassano lo stesso bonus fiscale, senza distinzioni legate alla classificazione.

Una possibile soluzione, la più semplice, sarebbe quella di richiedere espressamente il passaggio di due classi se si vuole usufruire del superbonus; l’incentivo rimarrebbe comunque alto in quanto dal 80-85% del sismabonus si passerebbe al 110% del superbonus.

Nel caso non si voglia perseguire questa strada, sarebbe almeno utile legare l’ottenimento del superbonus a una classificazione sismica dell’immobile; ciò consentirebbe allo Stato di aumentare la conoscenza sul patrimonio edilizio e al cittadino di aumentare la sua consapevolezza e, magari, di decidere di fare un intervento perché ritenuto prioritario per la propria sicurezza e non solo per i bonus fiscali.

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