Imposte

Superbonus, dopo il Sal interventi da completare

I lavori vanno completati per avere il 110% sullo stato di avanzamento raggiunto. Agevolazione condizionata<br/>al completamento del cantiere programmato

di Giuseppe Latour

Una volta presentato un Sal al 30%, i lavori relativi a quell’intervento di superbonus vanno completati, anche se vanno oltre il periodo agevolato, come potrà accadere per le case unifamiliari. Non è possibile, quindi, fruire della detrazione per un intervento che non viene poi completato. Anche se è possibile pagare e poi finire i lavori.

Il principio è stato affermato il 17 novembre in una risposta in commissione Finanze alla Camera, data a un’interrogazione di Gian Mario Fragomeli (Pd) che poneva un caso molto frequente in questo periodo. Se, cioè, il contribuente che esegue i lavori, «pagando nel corso di essi acconti coerenti con gli stati di avanzamento dei lavori (Sal) non inferiori al 30 per cento, e che non riesce però a portarli completamente a termine, abbia comunque diritto a godere dei relativi benefici fiscali».

In sostanza, la domanda è se si può ottenere l’agevolazione «ancorché non venga raggiunto il 100 per cento» dei lavori preventivati, ferma restando la verifica di tutte le altre condizioni.

La risposta che arriva dal ministero dell’Economia, sentita l’agenzia delle Entrate, è negativa. E spiega che «anche se le norme non stabiliscono il termine entro il quale i lavori debbano essere ultimati ai fini del consolidamento della detrazione o dell’esercizio dell’opzione per una delle modalità alternative alla fruizione diretta della detrazione», come già precisato in diverse occasioni, «risulta necessario che gli interventi vengano comunque ultimati».

Anche nelle precedenti risposte, l’Agenzia ha spiegato che è possibile anticipare i pagamenti, ma ha comunque sottolineato che è sempre necessario completare gli interventi. «È stata altresì ribadita - si legge - la necessità che gli interventi siano effettivamente completati ed è stato precisato che tale condizione sarà ovviamente verificata dall’amministrazione finanziaria in sede di controllo».

La mancata effettuazione degli interventi equivale a una qualsiasi mancanza di requisiti fondamentali, come il raggiungimento del doppio salto di classe o il miglioramento sismico, e «determinerà il recupero della detrazione indebitamente fruita, sia pure nella modalità alternativa dello sconto in fattura/cessione del credito di imposta».

Quindi, alla luce di tutte queste osservazioni, «deve ritenersi possibile esercitare, in vigenza dell’agevolazione fiscale, l’opzione» della cessione del credito e dello sconto in fattura, in relazione a un Sal non inferiore al 30% dell’intervento complessivo, anche se i lavori saranno ultimati dopo «il periodo di vigenza dell’agevolazione». Anche se l’agevolazione resta, poi, subordinata al fatto che gli interventi siano effettivamente realizzati e completati.

Questa risposta, in concreto, va considerata con attenzione ora che ci avviciniamo a una stagione nella quale scadranno alcune agevolazioni. Per le case unifamiliari, ad esempio, non si potrà andare oltre il 31 dicembre del 2022, con una serie di limitazioni. Gli interventi scontati prima dovranno far pare di un lavoro che, complessivamente, andrà comunque portato a termine. Non si potrà, insomma, interrompere il cantiere a metà. Anche perché il 110% è legato al raggiungimento di obiettivi di efficienza e di messa in sicurezza che arrivano solo a intervento completo.

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