Imposte

Superbonus, spalmacrediti anche sulle rate già avviate

Dopo il via libera alla legge di conversione del decreto Cessioni arrivano le prime indicazioni sull’attuazione

Le rateizzazioni in corso potranno accedere allo spalmacrediti, lo strumento disegnato dal decreto Aiuti quater (Dl n. 176/2022) e potenziato dalla legge di conversione del decreto Cessioni (Dl n. 11/2023), per consentire a chi ha acquistato crediti fiscali legati alle ristrutturazioni di utilizzarli in un arco temporale più lungo, pari a dieci anni. Evitando, così, di saturare la sua capacità fiscale.

Dopo l’approvazione lampo in Senato della conversione del Dl n. 11, e mentre è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, inizia a entrare nel vivo la partita dell’attuazione dell’ultimo provvedimento, che si somma ai tasselli ancora mancanti delle ultime riforme in materia di bonus edilizi.

Il dossier in lavorazione più avanzata è sicuramente quello dello spalmacrediti. Il motivo è semplice: la norma non nasce con il decreto Cessioni ma deriva, come detto, dall’Aiuti quater. Quindi, l’agenzia delle Entrate, prima delle ultime modifiche, aveva già messo a terra un’ipotesi di attuazione che adesso va solo limata alla luce delle ultime novità: la legge stabilisce che l’applicazione della misura sia regolata da un suo provvedimento.

Il meccanismo prevede la possibilità per i cessionari o i fornitori che hanno applicato lo sconto in fattura di allungare il periodo di utilizzo dei crediti. La chance, originariamente disponibile per il solo superbonus, ora ai allarga anche al sismabonus e al bonus barriere architettoniche. Inoltre, riguarderà i crediti comunicati entro il 31 marzo 2023 (non più il 31 ottobre 2022).

Stando alle prime indicazioni, si sta lavorando all’aggiornamento della piattaforma telematica per comunicare le opzioni di cessione e sconto con la possibilità di optare per i dieci anni. In assenza di una scelta specifica, la rateizzazione seguirà la sua strada ordinaria (quattro anni per il superbonus). Se, invece, si sceglie l’opzione “spalmacrediti”, il periodo di utilizzo dello sconto si allunga a dieci anni.

Questa opzione non sarà disponibile solo nelle prime fasi di vita del credito; anche chi ha già utilizzato una o più rate, potrà scegliere di spalmare il residuo su dieci anni. In questo modo, il periodo di rateizzazione andrà anche oltre i dieci anni. La legge, infatti, dice semplicemente che i crediti d’imposta «non ancora utilizzati possono essere fruiti in dieci rate annuali di pari importo». Non pone vincoli sul momento nel quale deve arrivare questa scelta.

Non è il solo provvedimento attuativo previsto dal Dl n. 11/2023. Anche la norma che introduce la convertibilità dei crediti in Btp andrà integrata «con appositi provvedimenti di natura direttoriale dell’agenzia delle Entrate e del ministero dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia». Questo strumento, però, sarà utilizzabile dal 2028: quindi, sono immaginabili tempi lunghi.

Dall’Aiuti quater, invece, arriva il fondo indigenti, lo strumento che servirà a dare sostegno a quei contribuenti che non hanno la disponibilità necessaria, all’interno dei condomini, per anticipare la quota di lavori che, con il 90%, resterà necessariamente a loro carico. Per evitare il blocco degli interventi, sarà possibile ottenere un contributo, finanziato da un fondo dal valore di 20 milioni di euro nel 2023 ed erogato dall’agenzia delle Entrate. I criteri per queste erogazioni saranno fissati dal ministero dell’Economia con un apposito decreto. Decreto che, al momento, non risulta firmato.

Infine, i contribuenti restano in attesa di istruzioni più dettagliate sul nuovo quoziente familiare. Il meccanismo ha fatto il suo esordio quest’anno, nell’ambito del superbonus al 90% per le unifamiliari, applicabile fino alla fine del 2023. La novità dello strumento, però, si porta dietro diverse questioni che, al momento, restano irrisolte: ad esempio, sulle modalità di calcolo della soglia di 15mila euro. È l’amministrazione finanziaria che dovrebbe dare indicazioni.

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