Imposte

Tax credit affitti verso l’estensione anche agli alberghi. Si studia la sospensione di sugar e plastic tax

Il Governo studia di prorogare il bonus sulle locazioni e di estenderlo anche ad altre categorie produttive

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di Marco Mobili

Nel menù del decreto di aprile in arrivo tra il 20 e il 25 aprile potrebbe ritargliarsi un posto la sospensione della plastic tax e della sugar tax. Vicino al rinvio dei due tributi ambientali un ruolo di primo piano spetta al bonus affitti che non sarà più riconosciuto solo per botteghe e negozi, ma potrebbe essere esteso a tutte le locazioni di immobili destinati ad uso non abitativo colpiti dalle misure di contenimento dell’epidemia. In prima fila gli alberghi, ma anche capannoni d’azienda, ristoranti e bar, solo per citarne alcuni. Nel pacchetto fiscale dovrebbero, poi, trovare posto tutte quelle misure che già dalle settimane scorse erano sul tavolo dell’Esecutivo. Misure che sono però state rinviate al nuovo Dl perché onerose. Si tratta dello stop dei termini di Agenzia Entrate-Riscossione, come il pignoramento del quinto dello stipendio o dei conti correnti o ancora l’eliminazione dei vincoli legati alle iscrizioni a ruolo dei contribuenti sia in credito con la Pa sia in attesa di rimborsi. Tra gli adempimenti ancora da sospendere e su cui c’è stata più di un’apertura dell’Esecutivo ci sarebbero gli avvisi bonari.

Comparsa al Senato come richiesta dell’opposizione, ma anche di una parte della stessa maggioranza nel corso dell’esame del decreto Cura Italia, l’idea di rinviare al 2021 i due tributi ambientali che hanno caratterizzato l’intero dibattito sull’ultima manovra di bilancio non sembra dispiacere al Governo. Lo stesso ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il 1° aprile scorso in videoconferenza aveva dato il suo nullaosta parlando di riflessioni aperte all’interno dell’Esecutivo in particolare sul rinvio della plastic tax. Riflessioni sul doppio stop ai tributi ambientali che ora si sono spostate sul nuovo decreto di aprile perché richiedono risorse di copertura, non certo elevate viste le somme in gioco per rifinanziare ammortizzatori, indennizzi e reddito di emergenza. Per rinviare tutto al 1° gennaio 2021 occorrono meno di 200 milioni: la tassa sulla plastica in vigore dal prossimo 1° luglio con un prelievo di 45 centesimi al chilo dovrebbe garantire all’Erario 140 milioni di euro, mentre la tassa sulle bevande gassate e zuccherate con 10 centesimi al litro, in vigore dal 1° ottobre prossimo, dovrebbe assicurare 58,5 milioni. Il rinvio al 1° gennaio dei due tributi ambientali in termini di coperture per lo Stato avrebbe bisogno, come detto, di meno di 200 milioni di euro mentre per le imprese del settore si tradurrebbe in una boccata d’ossigeno anche in termini di liquidità.

Sul bonus affitti, cui stanno lavorando i tecnici, le ipotesi di intervento sono più di una, sia per l’affittuario sia per il locatore. Per chi in questi mesi è costretto a versare i canoni di locazione ma allo stesso tempo è obbligato a sospendere l’attività si starebbe lavorando a una proroga del bonus del 60% del canone di locazione riservato, per il solo mese di marzo dall’articolo 65 del Dl n. 18, agli esercenti attività di commercio al dettaglio e servizi per la persona che sono state sottoposte, in tutto o in parte, alle chiusure e alle restrizioni dovute all’esigenza di contenimento del contagio da Covid-19.

Oltre alla proroga si starebbe valutando l’ipotesi di autorizzare l’accesso al bonus anche a tipologie di locazioni di immobili ad uso non abitativo oggi esclusi come gli alberghi, i ristoranti, i piccoli centri commerciali. Ma sotto la lente ci sarebbero anche i capannoni delle imprese o ancora gli affitti d’azienda.

Per chi è costretto a pagare l’affitto nonostante l’attività sia bloccata il Governo pensa anche alla possibilità di cedere il credito di imposta al proprietario dell’immobile così da ottenere uno sconto sul canone di locazione dovuto.

Per sostenere anche i proprietari dal rischio di non vedersi comunque pagare per lungo tempo i canoni d’affitto l’idea allo studio sarebbe quella di prevedere che le entrate ricavate dalle locazioni di immobili commerciali colpiti dalle restrizioni siano tassate secondo un criterio di cassa e dunque entrerebbero nel reddito su cui il proprietario sarà chiamato a pagare le imposte solo una volta che le somme degli affitti siano state realmente incassate.

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