Imposte

Tax credit affitti, spunta l’ipotesi dell’estensione alle grandi imprese

L’ipotesi è di allargare il bonus agli affitti commerciali a imprese con fatturato oltre i 5 milioni di euro e con almeno 80 punti vendita

di Marco Mobili

Riparte in commissione Bilancio alla Camera il cammino, non certo rapido, del decreto rilancio. Nella giornata di sabato 27 giugno è intervenuto lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per fare il punto sul pacchetto di correttivi da riformulare e portare al voto forse a partire già da oggi. Obiettivo, divenuto ormai quasi un obbligo, è quello di chiudere i lavori in commissione entro la serata di mercoledì 1° luglio e consegnare così il testo all’Aula di Montecitorio per il voto di fiducia. Ma anche questo non sarà facile. L’accordo con le opposizioni, che in particolare con Fratelli d’Italia chiedono la cancellazione di una serie di norme mancia o definite su misura di singoli ministeri, non arriva e il rischio di restare inchiodati in Aula con l’esame degli ordini del giorno ed arrivare al primo via libera della Camera a soli sette giorni dal termine di decadenza del decreto (il 18 luglio) è più che concreto.

Le riunioni degli ultimi giorni sono servite alla maggioranza per ripartire gli 800 milioni di risorse che il ministro dell’Economia ha messo a disposizione delle due Camere per approvare i correttivi al Dl. Un lavoro di ripartizione che ha portato a finanziare soprattutto una serie di interventi microsettoriali. Tanto che per automotive e turismo, per citare due settori particolarmente in crisi, si dovrà attendere la manovra di luglio e la prossima richiesta di deficit da 20 miliardi.

Le poche risorse a disposizione hanno finito, infatti, per ridurre al minimo anche i correttivi al superbonus del 110% per i lavori di efficientamento energetico degli edifici e per la loro messa in sicurezza. Al momento la maggioranza sarebbe orientata ad estendere il superbonus al terzo settore a agli immobili Iacp. Per questi ultimi il superbonus sarà in vigore fino alla metà del 2022. Sul tavolo anche la riduzione dei massimali di spesa per il cappotto termico, oggi fissato in 60mila euro per unità abitativa. L’ipotesi allo studio sarebbe quella di ridurlo a 40mila per unità abitativa nei grandi condomini e a 50mila euro per condomini di dimensioni ridotte. Ieri, intanto, Confedilizia ha invitato Governo e maggioranza a non far naufragare il superbonus con modifiche «anche fantasiose alle regole del codice civile sul funzionamento del condominio».

Tra le novità in arrivo tra gli emendamenti in cerca di una riformulazione e dunque di un voto della commissione nei prossimi giorni c’è quella di Italia Viva di far slittare al 30 settembre i versamenti dei saldi e degli acconti Irpef e Ires dei soggetti Isa. Già ora con un Dpcm proposto da Gualtieri il termine del 30 giugno per i versamenti in autotassazione di imprese e cittadini slittano al 20 luglio senza maggiorazione e di conseguenza al 20 agosto con la maggiorazione dello 0,40 per cento. L’ipotesi formulata dai renziani e sostenuta anche dai 5 Stelle è quella di far slittare ulteriormente quel termine del 20 agosto al prossimo 30 settembre sempre con maggiorazione dello 0,40% a titolo di interessi di mora. Nella riformulazione delle norme sul pubblico impiego la novità in arrivo (anticipata in settimana su queste pagine) è la stabilizzazione, fino al 31 dicembre 2020, dello smart working per tutti i dipendenti pubblici. La misura oggetto di riformulazione da parte dei tre relatori prevede che, fino a fine anno, le Pa organizzino il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso orario di lavoro flessibili (rivedendo l’articolazione giornaliera e settimanale), introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche online.

Tra le riformulazioni in arrivo anche quella di allargare il credito d’imposta del 60% per gli affitti commerciali alle grandi imprese, con fatturato sopra i 5 milioni di euro all’anno e con almeno 80 punti vendita (ad esempio, supermercati o grandi negozi di abbigliamento). Con un altro correttivo potrebbe arrivare l’obbligo di pubblicazione della rendicontazione Paese per Paese per le grandi imprese. La misura allo studio prevede per le imprese che hanno sede fiscale, operativa o legale in Italia, se parte di un gruppo con ricavi superiori a 750 milioni di euro, l'obbligo di presentare e rendere pubbliche, entro fine anno, le rendicontazioni Paese per Paese del gruppo di appartenenza.

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