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Terzo settore, più trasparenza con il bilancio sociale

di Federica Giudice e Gabriele Sepio

Bilancio sociale quale strumento di sinergia tra enti non profit e stakeholder. Questi gli aspetti principali oggetto di analisi del documento di ricerca pubblicato dal Gruppo di studio per il bilancio sociale (Gbs) redatto in collaborazione con il Consiglio dei dottori commercialisti.

L’occasione nasce dalla imminente operatività del registro unico nazionale del terzo settore e dalla pubblicazione (con Dm 4 luglio 2019) delle linee guida sulla redazione del bilancio sociale. Quest'ultimo, in particolare è previsto come obbligatorio per tutti gli enti del Terzo settore (Ets) con entrate superiori ad 1 milione di euro, nonché per le imprese sociali e per i centri di servizio per il volontariato.

Indipendentemente dall'obbligo di legge, il bilancio sociale rappresenta anche uno strumento utile per tutti gli enti non profit che intendano fornire una valutazione dei risultati sociali conseguiti dall'ente e comunicare efficacemente all'esterno i propri valori e obiettivi.Il documento si sofferma dapprima sul ruolo del bilancio sociale alla luce dei principi ispiratori della riforma del Terzo settore e sulle differenze che intercorrono tra la rendicontazione sociale degli enti for profit e quella degli enti non profit, partendo dal ruolo della responsabilità sociale nei due diversi settori.

Successivamente vengono proposti alcuni spunti di interesse nell'ottica di un miglioramento nella redazione del bilancio sociale. Il primo punto analizzato concerne la centralità del ruolo degli stakeholder, già evidenziata dalle Linee guida del 2019, dalle quali emergeva che un'attenta mappatura dei destinatari del bilancio sociale avrebbe consentito di individuarne le funzioni. Dunque, bilancio sociale come strumento per affinare le strategie gestionali, essendo esso rivolto ad amministratori, associati, autorità amministrative e istituzioni politiche, nonché come strumento in grado di favorire la comunicazione e la partecipazione alla mission dell'ente che lo redige, nella misura in cui si rivolge a soggetti terzi rispetto all'ente stesso.

L'approfondimento pubblicato dal Gbs mira a valorizzare, andando anche oltre le sollecitazioni che emergono dalla lettura delle linee guida, la funzione dialettica del bilancio sociale come modalità privilegiata attraverso cui coinvolgere i vari interlocutori in quanto portatori di interessi diversificati. Tra questi il documento riserva una particolare attenzione al ruolo del Pubblico e alla sua relazione con la collettività. Tra le varie tipologie di stakeholder la collettività assume, infatti, un rilievo preminente.

Prendendo l'esempio di un qualsiasi ente di terzo settore il beneficiario dell'attività di interesse generale è prima di tutto proprio la collettività e in subordine alcune categorie più specifiche di stakeholder, tra i quali gli stessi volontari. In sostanza l’Ets, insiste il documento, deve essere messo nelle condizioni di ordinare e amministrare al meglio le proprie relazioni e di adottare una vera e propria mappa degli stakeholder.

Sotto un profilo più prettamente operativo, il documento si sofferma sulla necessità di compilare con particolare accuratezza la sezione del bilancio sociale relativa alla governance, specificando le attribuzioni dei diversi soggetti che la compongono, tenuto conto della rilevanza che essa assume a garanzia di democraticità dell'ente. Deve, poi, assicurarsi il necessario equilibrio tra le varie sezioni del bilancio, prestando medesimo spazio agli aspetti economico-patrimoniali e a quelli non finanziari. Infine, si raccomanda il coinvolgimento degli stakeholder anche usufruendo delle nuove tecnologie, a partire dalla pubblicazione del social reporting sul sito internet e sugli altri canali digitali.