Imposte

Test antidroga con Iva al 22% (ma detraibile)

Interpello 34: imposta ordinaria per i test diagnostici non connessi al Covid-19

I kit per i test tossicologici sono dispositivi diagnostici in vitro soggetti all’Iva al 22 per cento. Questa la conclusione – quasi lapalissiana – dell’agenzia delle Entrate, con la risposta a interpello 34/2022, che accoglie la soluzione prospettata dall’istante.

Il fornitore aveva applicato l’aliquota del 5%, prevista per i prodotti destinati al contrasto all’epidemia da Covid-19, il cui elenco è però tassativo e non comprende i test per rilevare l’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Esito forse scontato: più interessante verificare in quali casi l’Iva, seppure applicata nella misura ordinaria, possa essere portata in detrazione da parte dell’azienda acquirente.

Le norme della medicina del lavoro prevedono espressamente specifici controlli tossicologici per talune categorie di lavoratori (ad esempio, chi opera nei trasporti, nell’edilizia in quota, manipola sostanze pericolose o ha armi in dotazione), poiché eventuali infortuni potrebbero comportare un serio rischio non solo per il lavoratore, ma anche per altre persone. Poiché in questi casi i controlli costituiscono l’adempimento di un obbligo di legge, è pacifico che il datore di lavoro ha diritto a detrarre l’Iva pagata sull’acquisto dei kit e dedurre il relativo costo. Non si tratta, infatti, di un benefit erogato ai lavoratori, ma dell’adempimento di un preciso obbligo di legge: sussiste pertanto la piena inerenza all’attività d’impresa. Nel settore medico, ferma l’inerenza, la detrazione Iva sarà limitata dal pro rata.

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