Transfer pricing dopo il Covid-19, attribuzione delle perdite collegata ai rischi sostenuti

L’Ocse ha emanato le linee guida per la gestione dei prezzi di trasferimento in tempi di Covid. Le indicazioni arrivano nel pieno del dibattito sulla corretta applicazione delle tecniche di transfer pricing, soprattutto per le analisi di comparabilità. Le amministrazioni di Australia, Nuova Zelanda e Singapore avevano già emanato alcune indicazioni. Anche l’Ocse aveva da tempo annunciato un documento per la fine del 2020 ed a tale proposito aveva inviato nei mesi scorsi appositi questionari alle amministrazioni, gruppi multinazionali ed operatori del settore.

Vi è apertura su molte delle soluzioni proposte in dottrina quali le tecniche di regressione per rettificare i dati dei comparabili, l’uso di dati macroeonomici, l’analisi del bilancio per isolare gli effetti Covid e l’adozione di più metodi per corroborare i risultati.

Per alcuni operatori la ricerca di comparabili aggiornati, che già risentono del Covid, può essere più semplice. Si tratta ad esempio delle transazioni finanziarie o dei cosiddetti comparabili interni che si basano sul confronto tra operazioni che un soggetto ha con parti correlate ed indipendenti. Per tale motivo le analisi interne assumono particolare importanza nel periodo della pandemia.

Diverso è il caso dei comparabili estratti da database, anche se va fatta una distinzione. Per chi ha contratti a lungo termine con condizioni fissate per periodi ultrannuali può essere non necessario aggiornare i dati nel periodo di Covid. Negli altri casi l’aggiornamento andrebbe fatto ma è proprio su questo aspetto che l’Ocse propone una interessante soluzione ovvero aggiornare le analisi ed effettuare eventuali aggiustamenti in anni successivi quando i dati saranno disponibili. Si tratterebbe ad esempio di integrare la dichiarazione del 2020 oltre la scadenza. Va inoltre sottolineato il suggerimento alle amministrazioni fiscali di svolgere i controlli con più elasticità, considerata la difficoltà delle analisi, soprattutto nei confronti dei contribuenti che predispongono la documentazione di supporto.

Come già indicato nelle linee guida sui prezzi di trasferimento vi è l’apertura per l’utilizzo di dati pluriennali (anno 2020 combinato con altri anni non impattati) per la verifica dei margini. Si noti che tali analisi sono previste anche dal nuovo provvedimento sugli oneri documentali (provvedimento Entrate 23 novembre 2020). La proposta di aggregare i risultati del 2020 con altre annualità viene contemplata anche in caso di Apa. Si parla inoltre di analisi infrannuali, segregando il conto economico in vari sotto periodi. Ma quest’ultimo caso sembra di più difficile applicazione in quanto richiederebbe l’identificazione di specifici comparabili per ogni frazione d’esercizio (ad esempio periodo di post-lockdown, eccetera).

L’attribuzione delle perdite alle società a rischio limitato deve essere collegata ai rischi sostenuti. Un esempio è quello del distributore a rischio limitato che sostiene il rischio di mercato. Poiché in molti settori la pandemia ha comportato delle riduzioni della domanda, in questi mercati i distributori potrebbero avere dei risultati negativi. Il concetto sembra applicabile anche ai produttori a rischio limitato che possono essere impattati dai rischi tipici di produzione (rischio operativo eccetera). Nelle analisi di comparabilità è possibile selezionare società in perdita e va valutata attentamente l’area geografica per la ricerca, viste le diversità con cui la pandemia si è manifestata nei vari mercati. È importante predisporre adeguata documentazione di supporto.

La rinegoziazione dei contratti è possibile ma va valutata sulla base di evidenze del comportamento di soggetti indipendenti e sulla base delle opzioni realisticamente disponibili delle parti.