Controlli e liti

Transfer pricing in testa nelle procedure amichevoli: in Italia la crescita del 20%

I dati Ocse sull’andamento delle Map: il nostro Paese è il quinto al mondo per numero di procedure, dietro a Francia (902), India (951), Stati Uniti (1.022) e Germania (1.242)

di Massimo Bellini

Le procedure amichevoli continuano ad aumentare, i tempi di risoluzione rimangono lunghi ma cresce anche il numero di casi risolti. Sono alcuni dei dati che emergono dalle statistiche pubblicate di recente dall’Ocse sull’andamento delle Map (mutual agreement procedures) nel 2019.

Le statistiche sono un importante strumento che l’organizzazione utilizza per il monitoraggio dei progressi compiuti a livello internazionale. Storicamente le mutual agreement procedures si sono rivelate poco efficaci, per questo motivo nell’azione 14 del progetto Beps l’Ocse ha introdotto una serie di cambiamenti volti a migliorarne l’efficacia e la certezza anche attraverso una maggiore trasparenza con meccanismi di valutazione tra paesi (peer review) e la pubblicazione di statistiche annuali. Anche l’Unione europea si è mossa nella stessa direzione con la Direttiva 1852/2017, recepita in Italia con il Dlgs 49/2020, che ha notevolmente rinforzato i meccanismi di risoluzione delle dispute traSstati membri.

I dati pubblicati dall’Ocse riguardano ben 105 paesi, di fatto quasi tutti i casi esistenti nel mondo. A livello complessivo i numeri sono impressionanti. Nel solo anno 2019 ci sono stati 2.700 nuovi casi, circa 7 al giorno. I dati sono in crescita rispetto agli anni precedenti e ci si aspetta che nonostante il Covid anche nel 2020 vi sarà un aumento, per via della crescente globalizzazione e della maggiore conoscenza e fiducia nelle Map. Anche il numero di casi risolti nel 2019 cresce: rispetto al 2016 sono cresciuti del 50% i casi risolti relativi a prezzi di trasferimento e attribuzione di utili a stabili organizzazioni e del 70% quelli relativi ad altre fattispecie che hanno generato doppia imposizione.

I casi totali a fine 2019 erano circa 7.000. In Italia erano 887, in crescita del 20% rispetto al 2018 (741 casi). Di questi 642 riguardano il transfer pricing e 245 altri casi. Il nostro Paese è il quinto al mondo per numero di procedure, dietro a Francia (902), India (951), Stati Uniti (1.022) e Germania (1.242). La durata media per la risoluzione delle procedure iniziate dopo il 1° gennaio 2016 (data di “implementazione” del progetto Beps) è stata di 25 mesi per il transfer pricing e 18 mesi per gli altri casi. Molto più lunghi sono i tempi di risoluzione delle procedure ante 2016: 59 mesi per il Tp e 56 mesi per gli altri casi.

I Paesi con cui l’Italia ha il maggior numero di procedure sono Germania, Francia e Regno Unito per i casi di Tp e sempre la Germania, Belgio e Regno Unito per gli altri casi. I risultati sono positivi, specialmente per il transfer pricing. Nell’87% dei casi chiusi di Tp l’accordo tra le autorità competenti ha eliminato completamente la doppia imposizione. Per gli altri casi la percentuale scende al 62%.

L’Ocse pubblica infine anche dei riconoscimenti (awards) per i casi meglio gestiti. Il nostro paese si è piazzato al quinto posto nella graduatoria delle tempistiche medie di chiusura dei casi di transfer pricing ed al secondo con la Spagna per l’efficacia del livello di cooperazione nel Tp. È al decimo posto per quanto riguarda il rapporto dei casi pre-2016 rispetto al totale (20%).


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