Concepito per integrare innovazione digitale e sostenibilità, il credito d’imposta 5.0 impone parametri ambiziosi e premia la qualità degli investimenti. Tuttavia, l’esclusione delle imprese energivore e produttrici di rifiuti pericolosi, assieme alla scadenza del 31 dicembre 2025, rischia di limitarne il potenziale trasformativo. Nonostante il deciso incremento di richieste registrato tra marzo e aprile, i tempi stretti imposti dalla misura potrebbero rappresentare un freno nella parte conclusiva del 2025, rendendo urgente una riflessione sull’opportunità di estensione dei termini e una revisione più pragmatica del vincolo Dnsh
Un cambio di prospettiva rispetto al 4.0
Transizione 5.0 nasce con l’obiettivo di superare l’approccio adottato nella precedente stagione di incentivi. Mentre il piano Transizione 4.0 si concentrava sulla digitalizzazione e sull’acquisto di beni strumentali tecnologicamente avanzati, il nuovo piano si pone obiettivi più ampi: efficienza energetica, sostenibilità ambientale e trasformazione organizzativa.
Il principio guida è quello della “twin transition”, secondo cui digitale e green non sono percorsi paralleli, ma convergenti. La sostituzione...
Argomenti
I punti chiave
- Un cambio di prospettiva rispetto al 4.0
- Il quadro europeo e il vincolo Dnsh
- Le criticità dell’articolo 5: il paradosso delle esclusioni
- Il funzionamento tecnico della misura: struttura, requisiti e meccanismi
- Il confronto con le esperienze precedenti e i modelli europei
- Gli impatti settoriali e territoriali della misura
- Formazione e capitale umano nella transizione
- Una misura complessa, ma in evoluzione
- Il ruolo dell’ecosistema dell’innovazione
- Le semplificazioni introdotte e le Faq operative
- Un orizzonte che va esteso
- Un’eredità da trasformare in visione