Controlli e liti

Tregua fiscale, i commercialisti: anche i controlli formali nella sanatoria avvisi bonari

Le proposte del Consiglio nazionale al viceministro Leo. Il presidente de Nuccio: migliorare il testo ampliandolo ad alcune fattispecie escluse, garantendo un miglior coordinamento tra i vari istituti

di Giovanni Parente

Correzioni di rotta per evitare disparità di trattamento. Il Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec) con un documento realizzato dal presidente Elbano de Nuccio e dai consiglieri Salvatore Reglabuto (tesoriere e delegato alla fiscalità) e Rosa D’Angiolella (delegata al contenzioso tributario) chiedono al viceministro dell’Economia di intervenire su alcune delle definizioni agevolate delle dodici previste dalla manovra 2023 per evitare effetti di tipo distorsivo.

Tra le proposte formulate, spiccano: l’allargamento della sanatoria degli avvisi bonari anche alle comunicazioni di irregolarità relative al controllo formale delle dichiarazioni; la possibilità anche per i contribuenti in regola con i pagamenti rateali relativi a accertamento con adesione, reclamo/mediazione, conciliazione e acquiescenza, di beneficiare della riduzione a 1/18 delle sanzioni sulle somme ancora dovute; l’estensione degli effetti della definizione delle liti pendenti anche ai contributi previdenziali e assistenziali determinati in dichiarazione.

De Nuccio: un miglior coordinamento

Per il presidente del Cndcec, Elbano de Nuccio, «si tratta di proposte ragionevoli finalizzate a dare piena attuazione all’articolato pacchetto di misure relative alla rregua fiscale, che migliorano il testo normativo ampliandolo ad alcune fattispecie attualmente escluse dal perimetro applicativo, garantendo un miglior coordinamento normativo tra i vari istituti previsti». Da qui la speranza di de Nuccio che «il viceministro Leo, sempre molto attento alle istanze dei commercialisti, possa condividere e far proprie le proposte contenute nel documento che gli abbiamo consegnato».

I controlli formali delle dichiarazioni

«Una delle più evidenti lacune dell’attuale contesto normativo – sottolinea la consigliera delegata all’area Contenzioso tributario, Rosa D’Angiolella – riguarda l’esclusione delle comunicazioni relative al controllo formale delle dichiarazioni dal campo di applicazione della definizione agevolata degli avvisi bonari, che penalizza ingiustificatamente i contribuenti destinatari di tali comunicazioni. Occorre poi garantire anche ai contribuenti più virtuosi che si siano avvalsi degli istituti deflativi del contenzioso (quali accertamento con adesione, reclamo/mediazione, conciliazione e acquiescenza) e che siano in regola con i piani di rateazione sottoscritti – prosegue – la possibilità di beneficiare della riduzione delle sanzioni a un diciottesimo del minimo, analogamente a quanto previsto per chi è in regola con i piani di rateazione relativi agli avvisi di bonari derivanti dai controlli automatizzati della dichiarazione».

Definizioni liti pendenti con effetti anche sui contributi

Ma anche sulla sanatoria delle liti pendenti i commercialisti avanzano proposte migliorative. Sempre ad avviso della consigliera delegata D’Angiolella occorre «rimuovere l'attuale “doppio binario” fiscale/previdenziale, prevedendo l'estensione degli effetti della definizione anche ai contributi la cui base imponibile è riconducibile a quella delle imposte sui redditi».

Inoltre andrebbe verificata «la possibilità di regolarizzare gli omessi versamenti - fa notare ancora D’Angiolella - delle rate relative agli istituti deflattivi del contenzioso a prescindere dalla notifica della cartella di pagamento successivamente al primo gennaio 2023».

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