Controlli e liti

Udienze documentali nel contenzioso tributario: il confronto tra giudici e professionisti

Doppia intervista al giudice Luca Varrone del Cpgt e al commercialista Gilberto Gelosa Cndcec

di Ivan Cimmarusti

Intervista
Luca Varrone

«Il processo documentale in una fase esclusivamente emergenziale consente di trattare un maggior numero di cause e affrontare questo periodo contraddistinto dal rischio di contagio da Covid-19, riducendo anche l’eventualità di un aumento degli arretrati».

Così il giudice di Cassazione Luca Varrone, presidente della Commissione informatica del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt).

A settembre il Sole24Ore del Lunedì ha raccontato la carenza informatica di Ctr e Ctp italiane, nell’impossibilità di svolgere la videoudienza. Cos’è cambiato da allora?

Da settembre francamente non credo sia cambiato nulla. Posso però dire che da un questionario inviato a tutte le commissioni, relativamente al processo telematico – non solo all’udienza da remoto – ci sono giunte risposte positive quanto alle dotazioni informatiche. Ma in questa fase emergenziale la videoudienza non è la soluzione di tutti i problemi. Il legislatore ha, infatti, previsto la trattazione scritta e questa ritengo sia una buona soluzione. Per il funzionamento della videoudienza, infatti, sono necessari strumenti informatici e capacità tecnologiche che in questa fase sono difficili da organizzare.

Quindi il processo documentale è un valido sostituto alla videoudienza?

Consente di trattare un maggior numero di cause e affrontare questo momento storico in modo adeguato, anche per prevenire rischi per tutti gli utenti delle Commissioni tributarie. Purtroppo in emergenza siamo tutti chiamati a fare qualche sacrificio con la speranza di tornare al più presto all’udienza in presenza.

Intervista
Gilberto Gelosa

«Con la trattazione documentale del processo tributario viene meno un diritto di difesa. Questioni molto tecniche come queste tematiche sono da trattare oralmente. Viceversa sarebbe come mandare un messaggio Whatsapp».

A spiegarlo è il commercia Gilberto Gelosa, delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Il primo comma dell’articolo 27 del Dl ristori parla, però, di videoudienza.

Ritengono che, infatti, quella parte della norma sia adeguata. L’udienza da remoto in fase emergenziale sarebbe come una udienza pubblica, anche se online.

Di difficile attuazione in questo momento l’udienza da remoto.

E veniamo al secondo comma, quello che parla di udienza documentale. È un aspetto che viola un principio che è la presenza del difensore in udienza, perché le questioni tributarie sono connotate da una tale tecnicismo che difficilmente possono essere esposte in forma cartolare.

Viene meno un diritto di difesa?

Con la trattazione documentale viene meno questo diritto. A maggior ragione se le Commissioni tributarie non sono nelle condizioni di svolgere udienze da remoto. Bisognerebbe consentire il rinvio dell’udienza in un momento in cui la videoudienza sia di difficile attuazione. Ritengono che debbano essere tutelate le regole del giusto processo. Il contenzioso tributario non può essere gestito scrivendo. Sono fatti da rappresentare a voce.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©