Adempimenti

Un portale unico per attuare l’ecobonus al 110%

In preparazione una piattaforma per gestire le domande

di Giorgio Santilli

Per abbattere la burocrazia e far decollare il Superbonus al 110% per la riqualificazione energetica delle abitazioni il governo pensa al portale unico. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. «Lavoriamo - ha detto - con il Mise, con l’Agenzia delle Entrate, con il Mef per creare un portale unico e spiegare a operatori, tecnici e cittadini come si possono svolgere i lavori, come si può usufruire del superbonus. Lì caricheremo linee guida, circolari e tutti i documenti». Fraccaro - che è intervenuto al convegno online dell’Ance «Superbonus al 110%: case verdi e sicure per città sostenibili» - ha poi aggiunto che «se entriamo nell’era della transizione energetica, che è l’indirizzo che ci dobbiamo dare se vogliamo crescere come economia, dobbiamo imparare a fare squadra: se ogni singolo attore non fa la sua parte, non ce la faremo».

Ma Fraccaro ha fatto anche una prima apertura sulla possibilità di prolungare l’intervento oltre il 2021, come ha già chiesto il presidente dell’Ance, Gabriele Buia. «C’è un vincolo di risorse - ha detto il sottosegretario a Palazzo Chigi - ma importante sarebbe riuscire ad estenderlo al 2022 perché darebbe una soglia temporale non banale che ci permetterebbe di utilizzare il 110% anche per l’abbattimento e la ricostruzione. Se lavoriamo tutti bene, a novembre quando avremo la legge di Bilancio potremmo già aver dimostrato che questa impostazione keynesiana orientata alla sostenibilità ambientale è la strada da percorrere, perché avremmo dimostrato che sì abbiamo messo tanti soldi a copertura ma effettivamente la crescita c’è». Fraccaro non ha neanche escluso che al Superbonus, proprio per prolungarne la durata, si destinare «una parte del Recovery Fund».

D’altra parte proprio dall’Europa sono arrivate attestazioni importanti: Eurostat che ha dato il benestare alla cedibilità del credito dopo anni in cui invece lo aveva negato; la federazione europea dei costruttori, la Fiec, che lo propone come modello per una misura europea.

Il seminario Ance è servito per mettere a fuoco le maggiori preoccupazione sugli aspetti attuativi. Sarà già rilevante la conversione deldecreto «anche se la vera sfida - ha detto Buia - è che si utilizzino questi sessanta giorni per fare tutti i provvedimenti necessari a un’attuazione chiara e semplice e poter partire poi senza più dubbi». Richiesta di chiarezza e anche disponibilità alla collaborazione nella fase attuativa sono state espresse anche dal vicedirettore dell’Abi, Gianfranco Torriero, per il mondo bancario, e dal direttore dell’area Business dell’Ania, Umberto Guidoni, per quello assicurativo. Da chiarire e semplificare soprattutto gli aspetti relativi alla cessione del credito; un primo chiarimento utile lo ha dato il senior advisor del Mef, Raffaele Russo. «Dalla lettura della norma - ha detto - appare già chiaro che la responsabilità, in caso di beneficio indebito, resti in capo solo al cedente beneficiario del credito di imposta e non al cessionario (la banca)». Anche da Enrico Esposito, capo di gabinetto del Mise, subito alcuni chiarimenti utili come quelli sui prezzari. «Più che fare riferimento ai prezzari regionali - ha detto - potremmo prendere in considerazioni prezzari largamente utilizzati dal mercato, come quelli pubblicati da Dei, per strutturare un nostro prezzario all’interno del decreto di aggiornamento sui criteri minimi ambientali (Cam) dei materiali». Potremme invece finirà in un emednamento parlamentare il chiarimento sui casi in cui sia ammesso l’avanzamento di una sola classe energetica invece di due, perché «non possibile».

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