Professione

Una burocrazia più semplice se si affida ai professionisti

I temi su cui il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti punterà nell'ultima fase del mandato

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di Antonello Cherchi

Professionisti in aiuto alla burocrazia. L’idea non è certo nuova, se già il jobs act degli autonomi (legge 81/2017) all’articolo 5 aveva previsto che per semplificare l’attività della pubblica amministrazione il Governo potesse delegare alcune funzioni alle professioni ordinistiche. Poi non se ne è fatto nulla e la delega è scaduta. Per Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, è però un’idea da coltivare. Alla ripresa d’autunno - per quanto l’emergenza sanitaria allunghi sull’orizzonte più di un’incertezza - sarà uno dei temi su cui insistere, insieme a quelli dell’aggregazione degli studi e delle specializzazioni.

Argomenti sui quali i dottori commercialisti non devono partire da zero e che potrebbero essere a portata di traguardo in un tempo medio. Dunque, non un’agenda dei desideri, tanto che Miani confida di cogliere qualche risultato prima della fine dell’attuale consiliatura prevista per febbraio prossimo (si veda anche l’intervista sotto).

La sussidiarietà

Di fatto, i dottori commercialisti già svolgono alcune funzioni per conto dello Stato: si pensi agli adempimenti antiriciclaggio o agli obblighi introdotti dal Codice della crisi d’impresa. Fino a qualche anno fa gestivano il registro dei revisori legali. Il raggio d’azione, però, potrebbe ampliarsi, con un duplice effetto: consentire di trovare nuovi spazi di intervento offerti anche dalla spinta alla digitalizzazione e reagire così alla crisi del mercato; coadiuvare la Pa nel rapporto con cittadini e imprese. Una prospettiva comune anche ad altre professioni, tanto che sul tema il Cup (Comitato unitario professioni) ha stilato un documento nel quale si sottolinea come il professionista possa sostituirsi alla burocrazia grazie alle garanzie offerte dall’iscrizione a un Albo tenuto da un Ordine.

Al commercialista si potrebbe, per esempio, delegare l’attestazione della regolarità fiscale dei contribuenti o la certificazione dei documenti e delle spese di chi accede a progetti finanziati con soldi pubblici (si veda anche la scheda a fianco).

«Piccoli» non paga

Un altro fronte su cui i commercialisti spingeranno è l’aggregazione degli studi. Uno studio della Fondazione dottori commercialisti e del Consiglio nazionale rimarca come l’attività in forma “atomistica” sia inadeguata ai tempi e non dia le stesse soddisfazioni economiche di chi agisce in forma aggregata: un reddito medio di 49mila euro per chi esercita per conto suo contro i 125mila di chi lavora in una società tra professionisti o in modalità associata.

Quella della Stp o dello studio associato non sono, tuttavia, le uniche due strade percorribili. C’è una terza prospettiva: mettersi insieme in modo “virtuale”, continuando cioè a lavorare ognuno nel proprio studio ma condividere - grazie alle tecnologie - conoscenze, competenze e clienti.

Le specializzazioni

La figura del commercialista specializzato lo scorso anno sembrava a un passo dal traguardo. Poi, complici anche i malumori all’interno della categoria, tutto è rientrato. Il tema, però, resta caldo, come dimostra l’agenda degli Stati generali dei commercialisti dello scorso febbraio. L’obiettivo è andare oltre chi esercita le attività di base e riconoscere competenze particolari che già esistono.

Il registro delle imprese
Iscrizione nel registro delle imprese di atti riguardanti società e imprese (per esempio, bilanci e verbali delle riunioni degli organi sociali) che non richiedono l’intervento del notaio
Associazioni e fondazioni

Possibilità di riconoscere la personalità giuridica e l’autonomia patrimoniale a fondazioni e associazioni e altre istituzioni di carattere privato che operano nelle materie attribuite alla competenza delle Regioni
La regolarità fiscale

Attestazione della regolarità fiscale e contributiva di imprese (anche ai fini della partecipazione ad appalti, subappalti, ecc.) e lavoratori autonomi
L’accesso al credito
Attestazione della regolarità del business plan per l’accesso al credito
I crediti d’imposta
Estensione della possibilità di certificare la sussistenza dei requisiti soggettivi e oggettivi e le eventuali condizioni per beneficiare dei crediti d’imposta
Gli assetti organizzativi

Il nuovo articolo 2086 del codice civile e l’articolo 14 del Codice dalla crisi d’impresa (decreto legislativo 14/2019) impongono al professionista gli obblighi di verifica dell’adeguatezza degli assetti organizzativi e la segnalazione di fondati indizi di crisi gravanti.
Al commercialista potrebbe essere delegato il compito di attestare il rispetto degli adeguati assetti organizzativi dell’impresa da parte degli amministratori di quest’ultima
I progetti pubblici

Attestazione documentale in fase di domanda e di rendicontazione di ogni progetto finanziato con i soldi pubblici
Il canone concordato
Asseverazione della validità dei contratti a canone concordato, i quali richiedono il rispetto di accordi conclusi a livello locale tra le organizzazioni della proprietà edilizia e quelle dei conduttori maggiormente rappresentative

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