Diritto

Unioncamere: 300.000 società già con segnali di forte criticità

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di Giovanni Negri

Difficile stimare quante saranno le domande di accesso alla nuova procedura di composizone negoziata che del nuovo pacchetto di misure sulla crisi d’impresa è senza dubbio l’elemeno centrale. E tuttavia alcuni numeri arrivano da Unioncamere, tanto più significativi perchè saà il sistema delle camere di commercio a dovere rivestire un ruolo di primo piano nella fase applicativa di strumenti innovativi come la piattaforma di accesso e valutazione della situaizone reale dell’impresa.

Per Unioncamere siamo davanti a un’emergenza “sommersa” (del resto Banca d’Italia ha stimato in circa 2.800 l’aumento dei fallimenti entro il 2022 per effetto della caduta del Pil nel 2020). Nel 2020 si sono contate oltre 54.000 cessazioni in meno rispetto al 2019, «dato che ci si dovrà attendere “riemerga”, purtroppo, nel momento della sospensione dei provvedimenti di contrasto alla crisi: c'è una emergenza nascosta che riguarda le imprese che non hanno ancora chiuso i battenti ma che si trovano in una situazione economica, finanziaria e comportamentale di forte rischiosità, con la probabilità di cessare l'attività nel prossimo futuro».

A tal riguardo, osserva Unioncamere «proprio sulla base degli indicatori di early warning realizzati da società del sistema camerale, si possono stimare circa 300mila società di capitali in cui emergono segnali preoccupanti al proprio interno».

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