Imposte

Versamenti di fine giugno, l’allarme dei commercialisti: inaccettabile il mancato rinvio

Il Dl Rilancio esclude la categoria dal fondo perduto. Miani: «Incomprensibile trattamento di serie B»

Commercialisti in prima linea per il rinvio delle scadenze di giugno, quando si dovranno pagare il saldo 2019 delle imposte dirette e il primo acconto 2020. Un conto che dovrebbe toccare i 29 miliardi di euro, secondo le stime del Sole 24 Ore del Lunedì. «È davvero inaccettabile che in una manovra mai vista prima in termini di risorse stanziate, non si trovi il modo di prorogare, in un momento di tale gravità per il Paese, i versamenti relativi alle dichiarazioni in scadenza il prossimo mese di giugno e di sbloccare la compensazione dei crediti Irpef maturati nel 2019, dando la possibilità di monetizzarli anche prima della presentazione delle dichiarazioni», ha detto Massimo Miani presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, ricordando come l’anno scorso, invece, sia stata concessa na proroga dei versamenti legati alle dichiarazioni a causa del ritardo nel rilascio dei nuovi Isa.

Il nodo della notifica degli accertamenti

Il Dl 34/2020, varato il 13 maggio ma pubblicato in Gazzetta ufficiale solo il 19 maggio, secondo il numero uno del Cndcec non va incontro nel modo migliore possibile alle difficoltà dei contribuenti:«Stabilisce che gli accertamenti in scadenza quest'anno siano “emessi” entro il 2020 e notificati soltanto successivamente, ma entro il 2021. Tale finalità sarebbe stata realizzabile in modo certamente molto più efficace se solo si fosse prevista la sospensione dell'esecutività di tali accertamenti per tutto o parte del 2021 e del termine per impugnarli, mantenendo fermo l'obbligo di notificarli entro la fine del 2020».

Professionisti esclusi dal fondo perduto

Il presidente dei commercialisti ha criticato duramente anche l'esclusione dei liberi professionisti dall'accesso ai contributi a fondo perduto: «Il Dl Rilancio ha incredibilmente escluso tutti i liberi professionisti iscritti alle casse previdenziali autonome dall'accesso al contributo a fondo perduto, relegandoli ancora una volta nel Fondo di ultima istanza. Un comparto del mondo del lavoro italiano tanto essenziale e qualificato quanto in grande sofferenza, subisce così un incomprensibile trattamento di serie B» ha detto Miani. Che ha aggiunto: «Assieme a tutte le altre professioni ordinistiche ci batteremo per modificare questa norma».

Non è tutto. Miani ha sollevato il tema della scarsa qualità del drafting normativo: «È essenziale per la chiarezza e la conoscibilità della legge e per la sua corretta applicazione da parte dei destinatari, ma anche – a pensarci bene – per l'efficienza nella sua attuazione da parte della pubblica amministrazione e per la competitività del sistema-paese nel suo complesso».

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