Adempimenti

Fondo perduto, aperti i canali per le domande con la lotteria del fatturato di aprile

Invio possibile sul sito delle Entrate ma non è un click day

Non sarà un click day, ma il primo giorno è arrivato. Dopo i chiarimenti last minute del fine settimana con la circolare 15/E/2020, come fanno sapere dalle Entrate è possibile inviare telematicamente le domande per il contributo a fondo perduto.

La scelta è caduta sull’agenzia fiscale (stavolta nella veste di agenzia “delle uscite”) per sfruttare la piattaforma informatica di Sogei, già rodata con canali Entratel e «Fatture e corrispettivi». Con l’obiettivo di non ripetere il flop dell’Inps nella gestione delle indennità da 600 nel mese di aprile.

Le condizioni di accesso

Sul tavolo ci sono i 6,2 miliardi stanziati dal Governo con il decreto Rilancio. Risorse che i beneficiari non dovranno restituire – tranne i casi di indebita percezione – diversamente dai prestiti agevolati o garantiti introdotti con il decreto Liquidità.

Il contributo è destinato alle imprese e ai titolari di partita Iva – esclusi i professionisti – che abbiano subìto un calo di fatturato superiore a un terzo nel mese di aprile 2020 rispetto al 2019. Possono fare domanda i soggetti che l’anno scorso hanno registrato ricavi non superiori a 5 milioni di euro. Una delle semplificazioni dettate dalle Entrate con il provvedimento del 10 giugno è la possibilità di indicare i ricavi 2019 “per fascia”, senza cifre precise, visto che quasi tutti devono ancora presentare la dichiarazione reddituale (proprio per il coronavirus, l’invio del modello Redditi relativo al 2019 è slittato al 30 novembre).

Partendo dalla relazione tecnica al Dl 34/2020 si può stimare la ripartizione delle risorse. Poco più di metà dello stanziamento (3,1 miliardi, pari al 51,3%) andrà ai beneficiari con ricavi annui fino a 400mila euro. Per questi soggetti, il contributo è nella sua formula massima: pari cioè al 20% del calo di fatturato, con un minimo di mille euro per le persone fisiche e 2mila per le società.

I beneficiari con ricavi nella fascia da 400mila a un milione intercetterano poco più di un miliardo di euro, mentre quelli oltre il milione riceveranno poco meno di 2 miliardi (il 30,2% delle risorse).

Quanto vale il contributo

L’impatto del contributo sul fatturato annuo difficilmente supererà pochi punti percentuali. Ma può rivelarsi prezioso per chi è in difficoltà.

Vediamo due esempi. Mario Verde, un artigiano che fattura 45mila euro all’anno (3.750 al mese), se ha avuto gli affari dimezzati ad aprile, ha diritto a un contributo di mille euro (il 20% di 1.875 è 375, ma viene aumentato di default). Cioè il 2,2% del fatturato annuo. Che riceverà direttamente sull’Iban indicato alle Entrate nel modello d’istanza. L’incidenza dell’aiuto cala al crescere del giro d’affari. La Riletti Srl, una società di autotrasporti con un fatturato annuo di 300mila euro (25mila al mese), se ha subìto una riduzione di 12.500 euro ad aprile, riceverà 2.500 euro. Pari allo 0,83 per cento.

Legare il contributo al fatturato di aprile, può generare un effetto lotteria. Penalizzando chi magari ha fatturato lo scorso aprile una grossa commessa eseguita a febbraio, ed è ora senza lavoro. O premiando chi ad aprile 2019 aveva avuto un picco di attività o chi durante il lockdown ha lavorato, limitandosi a posticipare l’emissione delle fatture (pensiamo ai forfettari che non usano la fattura elettronica). Senza contare che le Entrate impongono di conteggiare anche i proventi delle cessioni di beni strumentali, con un’ ulteriore alea difficile da prevedere.

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