Finanza

Via libera alle domande per il nuovo fondo perduto «non automatico» dei Dl Ristori

Attivato il canale delle Entrate per i soggetti che devono fare istanza per l’aiuto previsto dai Dl 137 e 149

di Gabriele Ferlito

Semaforo verde per la richiesta dei nuovi contributi a fondo perduto previsti dal decreto Ristori (Dl 137/2020) e dal decreto Ristori-bis (Dl 149/2020). Con un comunicato stampa pubblicato sul sito dell’agenzia delle Entrate è stato dato il via libera all’inoltro delle domande di contributo, che potranno essere presentata da oggi 20 novembre 2020 e fino al 15 gennaio 2021.

L’Agenzia ricorda che le nuove domande vanno presentate da parte dei contribuenti che non avevano inviato l’istanza per il precedente contributo previsto dal decreto Rilancio (Dl 34/2020). Per chi invece aveva fatto domanda (la cui scadenza ultima era, di regola, il 13 agosto 2020) e aveva ricevuto il contributo, l’accredito delle somme sul conto corrente avviene in maniera automatica recuperando i dati già trasmessi in precedenza.

La domanda di accesso ai contributi va presentata via web mediante il portale “Fatture e corrispettivi” delle Entrate, oppure attraverso l’utilizzo di un software di compilazione e un successivo invio attraverso l’applicativo “Desktop telematico”. L’autenticazione potrà avvenire con le credenziali Fiscoonline o Entratel dell’Agenzia, tramite Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale), oppure mediante la Carta nazionale dei servizi (Cns).
Sempre via web, l’Agenzia ha reso disponibile la compilazione e l’invio della rinuncia a una istanza erroneamente trasmessa.

La procedura per l’inoltro della richiesta di contributo avviene in tre “step”, analogamente a quanto era previsto nella prima edizione del contributo a fondo perduto.

1. Dati richiedente e Iban. Dapprima va compilata la schermata “Dati Richiedente”, nella quale vanno inseriti il codice fiscale del contribuente, dell’eventuale rappresentante o intermediario, e l’Iban del conto corrente di accredito delle somme. È importante ricordare che il conto corrente di cui si indica l’Iban deve essere intestato o cointestato allo stesso soggetto richiedente.

2. Dati «quantitivati» per l’aiuto. A seguire, il sistema chiede l’inserimento dei dati “quantitativi” per l’accesso all'agevolazione. Pertanto occorrerà indicare i ricavi/compensi complessivi conseguiti nell’anno 2019 (ponendo un “flag” in uno dei tre scaglioni previsti dalla normativa: fino a 400 mila euro; superiori a 400 mila euro e fino ad un milione di euro; superiori ad un milione di euro). Inoltre va indicato l’importo del fatturato e dei corrispettivi riferiti a operazioni effettuate nel mese di aprile 2019, nonché l’analogo importo riferito al mese di aprile 2020, che andranno tra loro comparati per verificare la riduzione intervenuta.

Se il soggetto ha attivato la propria partita Iva dopo il 31 dicembre 2018, occorre spuntare l’apposita casella, che consentirà al sistema l’attribuzione del contributo anche in assenza del requisito della riduzione di fatturato previsto per la generalità dei casi.

3. Riepilogo e sottoscrizione. L’ultimo “step” contiene il riepilogo dei dati indicati nei precedenti passaggi e consente pertanto di verificare che non siano stati inseriti dati errati. Verificata la correttezza dei dati, occorre “flaggare” la casella dedicata alla sottoscrizione dell'istanza e procedere con l’inoltro.

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