Visto di conformità, chi lo rilascia quando intervengono altri soggetti
La risposta è stata data dall’Agenzia delle Entrate al quesito posto dagli esperti e lettori del Sole 24 Ore nel corso di Telefisco 2020
Con riferimento al primo quesito, si fa presente che l’articolo articolo 23 del decreto del ministro delle Finanze del 31 maggio 1999 prevede che:
● i professionisti rilasciano il visto di conformità se hanno predisposto le dichiarazioni e tenuto le relative scritture contabili;
● le dichiarazioni e le scritture contabili si intendono predisposte e tenute dal professionista, anche quando sono predisposte e tenute direttamente dallo stesso contribuente o da una società di servizi di cui uno o più professionisti posseggono la maggioranza assoluta del capitale sociale, a condizione che tali attività siano effettuate sotto il diretto controllo e la responsabilità dello stesso professionista.
Dalla formulazione della norma emerge che in caso di apposizione del visto di conformità, le dichiarazioni e le scritture contabili possono essere trasmesse e tenute dal contribuente e, in questo caso, si intendono trasmesse e tenute dal professionista che ha apposto il visto a condizione che tali attività siano effettuate sotto il diretto controllo e la responsabilità dello stesso professionista.
Coerentemente con questa impostazione, nei modelli di dichiarazione occorre indicare nella casella «Soggetto che ha predisposto la dichiarazione» i seguenti codici:
● il codice 1 se la dichiarazione è stata predisposta dal contribuente;
● il codice 2 se la dichiarazione è stata predisposta dal professionista che effettua l’invio.
Con riferimento al secondo quesito, si fa presente che l’articolo articolo 12 del decreto del ministro delle Finanze del 31 maggio 1999 prevede che:
● «il responsabile dell’assistenza fiscale rilascia il visto di conformità di cui all’articolo 2, se le dichiarazioni e le scritture contabili sono state predisposte e tenute dal Caf».
● «Le dichiarazioni e le scritture contabili si intendono predisposte e tenute dal Caf anche quando sono predisposte e tenute direttamente dallo stesso contribuente o da una società di servizi di cui all’articolo 11, comma 1, a condizione che tali attività siano effettuate sotto il diretto controllo e la responsabilità del Caf».
L’articolo 11, comma 1, del citato decreto 164 del 1999 dispone che per lo svolgimento dell’attività di assistenza fiscale, il Caf può avvalersi di una società di servizi il cui capitale sociale sia posseduto, a maggioranza assoluta, dalle associazioni o dalle organizzazioni che hanno costituito il Caf o dalle organizzazioni territoriali di quelle che hanno costituito i Caf, ovvero sia posseduto interamente dagli associati alle predette associazioni e organizzazioni.
Dalla formulazione della norma emerge che, in caso di apposizione del visto di conformità, le dichiarazioni e le scritture contabili possono essere trasmesse e tenute da una società di servizi e, in questo caso, si intendono trasmesse e tenute dal Caf a condizione che tali attività siano effettuate sotto il diretto controllo e la responsabilità dello stesso Caf.
Pertanto, è corretto che il visto di conformità sia rilasciato da un Raf di un Caf impresa su dichiarazioni predisposte e trasmesse telematicamente da una o più società di servizi partecipate a maggioranza dalle stesse Organizzazioni di categoria socie del Caf.
La risposta è stata data dall’Agenzia delle Entrate al quesito posto dagli esperti e lettori del Sole 24 Ore nel corso di Telefisco 2020. Per informazioni sul convegno annuale www.telefisco.ilsole24ore.com
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