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Bonus Sud per il 2023, tutti i passaggi per le domande

di Alessandro Sacrestano

  • Quando Dall’8 giugno 2023

  • Cosa scade Richiesta bonus investimenti Mezzogiorno, aree Zes e Zls

  • Per chi Soggetti d'impresa operanti nelle aree agevolate

  • Come adempiere Telematicamente con modello sul sito delle Entrate

1In sintesi

Sportello aperto dall’8 giugno per presentare le richieste telematiche di riconoscimento del credito d’imposta per i nuovi investimenti eseguiti nel 2023 nelle aree del Mezzogiorno, Zes e Zls.

Al comunicato stampa del 1 giugno l’agenzia delle Entrate ha fatto seguire a stretto giro in pari data il provvedimento 188347/2023 con l’approvazione del nuovo modello di comunicazione e relative istruzioni per la fruizione dei crediti d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, nelle Zone economiche speciali e nelle Zone logistiche semplificate.

2Le aree di investimento

Il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno è disciplinato dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge 208/2015.

L’incentivo è applicabile, con alcune varianti significative, anche nelle aree Zes (articolo 5, Dl 91/2017) e le Zls (articolo 1, commi da 61 a 65-bis, legge 205/2017).Soggetti beneficiari del bonus sono le imprese con unità operative ubicate in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nelle regioni, come l’Abruzzo, in transizione, ossia quelle in cui il Pil pro-capite è ricompreso tra il 75% e il 90% della media Ue.

3I soggetti interessati

Sono agevolate tutte le imprese, con esclusione di quelle che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo e, più in generale, di quelle in difficoltà.

Per le aree Zes/Zls sono escluse anche le imprese che operano nei settori dell’agricoltura e della pesca e acquacoltura.

4Gli investimenti agevolabili

Rientrano tra gli investimenti agevolabili tutti i beni materiali consistenti in macchinari, impianti diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2 e B.II.3 dello schema previsto dall’articolo 2424 del Codice civile.

Limitatamente alle Zes/Zls, rientrano fra i beni agevolabili anche i terreni e gli immobili strumentali per progetti di investimento nel limite massimo, per ciascun progetto, di 100milioni di euro.

Con decorrenza 1° maggio 2022, il credito di imposta è esteso anche all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

Presupposto fondamentale per l’accesso ai benefici, anche in area Zes, è la realizzazione di un investimento iniziale, ossia:
• la realizzazione di un nuovo stabilimento;
• l’ampliamento di uno stabilimento esistente;
• la diversificazione della produzione di uno stabilimento;
• la trasformazione radicale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente;
• la riattivazione di uno stabilimento chiuso o che sarebbe stato chiuso qualora non fosse stato acquisito.

Limitatamente agli investimenti in area Zes, le imprese devono mantenervi l’attività per almeno sette anni dal completamento dell’investimento e non devono essere in stato di liquidazione o scioglimento. Le norme in discussione garantiscono un bonus nella misura del 45% alle piccole imprese, 35% alle medie imprese, 25% alle grandi imprese.

I predetti valori sono tutti ridotti del 15% per gli investimenti eseguiti in Abruzzo.

5La procedura di richiesta del bonus

L’accesso alle agevolazioni è subordinato alla trasmissione telematica all’agenzia delle Entrate di una istanza preventiva all’interno della quale sintetizzare i dati rilevanti degli investimenti eseguiti o da eseguirsi e il corrispondente credito d’imposta per il quale si richiede l’autorizzazione all’utilizzo.

Ricevuto l’atto di riconoscimento da parte del fisco, sarà possibile compensare, a decorrere dal quinto giorno successivo a quello di ricevimento del bonus, le somme a credito con ogni imposta, tributo o contributo suscettibile di esposizione sul modello di pagamento F24.

Non sono cambiate le disposizioni per chi, anche nel 2023, realizzasse un investimento che comporti la maturazione di un credito d’imposta superiore a 150mila euro. In tale circostanza, infatti, le istruzioni evidenziano che sarà sempre necessario inserire tutte le informazioni utili alla verifica antimafia del soggetto richiedente.

6Il percorso è differenziato per i bonus ante e post 2023

Nel nuovo format di richiesta licenziato dall’Amministrazione finanziaria, è possibile richiedere il bonus per i soli investimenti eseguiti nel 2023 mentre non sono più riportabili gli investimenti fatti nelle annualità precedenti.

Qualora fosse necessario, quindi, per l’impresa richiedente accedere al bonus per più annualità, questa dovrà inviare due differenti modelli telematici: un primo per la richiesta o la rettifica del bonus maturato fino a tutto il 31 dicembre 2022, e un secondo, utilizzando il nuovo modello, per richiedere il riconoscimento del bonus per gli investimenti eseguiti o da eseguirsi nel 2023.

Al riguardo, il recente provvedimento delle Entrate evidenzia che il vecchio modello di domanda si potrà continuare ad usare non oltre il prossimo 31 dicembre esclusivamente per richiedere l’incentivo maturato fino al 2022.

7Il modello di domanda

Come evidenziato dalle Entrate, il nuovo modello di richiesta del bonus per il 2023 (CIM23) è stato sensibilmente semplificato.

Nella sezione II, infatti, dove trova spazio l’indicazione degli investimenti e del corrispondente credito d’imposta, non sono più rinvenibili, come detto, le annualità dal 2016 al 2022.

Infatti, nel modello in corso sono evidenziabili i soli investimenti eseguiti nell’anno 2023, indicando detta annualità nell’apposito spazio nel frontespizio.

Nel frontespizio andranno riportati i dati dell’impresa e del rappresentante firmatario, l’eventuale rinuncia al credito già riconosciuto in precedenza o la rettifica di una comunicazione già presentata. In tale sezione è presente anche la dichiarazione sostitutiva di atto notorio.

Seguono il quadro A, dove riportare i dati relativi al progetto d’investimento e al corrispondente credito d’imposta, il quadro B, dove esplicitare la struttura produttiva interessata dal progetto, il quadro C per l’elencazione dei soggetti sottoposti alla verifica antimafia e, infine, il quadro D dove evidenziare altre eventuali agevolazioni concesse o richieste, compresi gli aiuti de minimis.

La trasmissione del modello, dal prossimo 8 giugno, potrà essere eseguita o dall’impresa beneficiaria o da un intermediario incaricato, utilizzando il software CIM23, disponibile sul sito dell’Agenzia.

Per la richiesta del bonus è fissato un tempo limite e, cioè, il 31 dicembre 2024, ossia l’anno successivo a quello in cui sono avvenute le acquisizioni da parte delle imprese.

Per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2022, invece, si continuerà ad utilizzare il precedente modello (CIM17), presentandolo non oltre il 31 dicembre 2023.

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