Professione

Appello dei giovani dottori: dialogo sulle specializzazioni

di Maria Carla De Cesari

Le specializzazioni rappresentano il futuro per i dottori commercialisti, per rispondere ai cambiamenti del tessuto economico e per evitare che il fisco digitale comprima professionalità e fatturati. Di specializzazioni si è parlato a Roma al forum dell’Unione giovani dottori commercialisti, nel tradizionale appuntamento annuale che si caratterizza anche per il confronto con i giovani di altre categorie professionali, avvocati, notai, imprenditori.

Il tema della specializzazione è «cruciale», ma richiede «equilibrio, saggezza, confronto», ha sottolineato Daniele Virgillito, presidente dell’Unione giovani dottori, accanto a lui il presidente della Cassa di previdenza, Walter Anedda.

Il tema delle specializzazioni è stato oggetto di un duro scontro, in occasione dell’approvazione del Dl fiscale, tra Consiglio nazionale e associazioni sindacali di categoria. Queste ultime hanno censurato il tentativo del Consiglio nazionale di introdurre per legge la possibilità delle specializzazioni, «senza confrontarsi con la base», introducendo - per esempio - il requisito di un certo numero di anzianità professionali. La polemica ha fatto naufragare l’emendamento. «Le specializzazioni - ha detto Virgillito - devono rappresentare una risposta all’economia dei territori. D’altra parte occorre evitare che troppa specializzazione si traduca in “nessuna” specializzazione. Occorre cioè porsi il problema di dare ai colleghi strumenti efficaci, che non devono per forza passare attraverso il riconoscimento di un titolo». Il confronto - ha ribadito più volte il presidente dei giovani è aperto, le associazioni sindacali sono disponibili: «Aspettiamo il presidente del Consiglio nazionale Massimo Miani: la sedia vuota è riservata a lui».

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