Controlli e liti

Cartelle a rate, con la proroga fino a novembre più alto il rischio decadenza

Nonostante la tolleranza elevata da 5 a 10 tranche non pagate, chi vorrà riprendere la dilazione ne avrà consumate molte

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La prospettiva di un ulteriore ampliamento del periodo di sospensione dei pagamenti all’agente della riscossione, in discussione nel decreto di agosto, determina benefici immediati per i contribuenti, in termini sia di slittamento delle dilazioni sia di blocco delle azioni esecutive. Occorre però considerare che alla ripresa dei pagamenti (probabilmente novembre) gli importi in gioco saranno notevoli. Il debitore che non possa versare tutta la cifra sospesa e voglia riprendere una dilazione in corso si troverà a consumare quasi tutto il bonus delle dieci rate non pagate, previsto come soglia per conservare il piano di rientro in corso.

A legislazione vigente, sono sospesi tutti i pagamenti all’agenzia delle Entrate – Riscossione in scadenza tra marzo e agosto 2020. I pagamenti sospesi dovrebbero essere effettuati in un’unica soluzione, entro il mese successivo alla scadenza della sospensione. Nel decreto di agosto si valuta di estendere tale arco temporale sino a ottobre. Se così fosse, i versamenti bloccati dovrebbero essere eseguiti entro novembre. In realtà, come chiarito anche nella Faq dell’Ader, i contribuenti hanno comunque il diritto di chiedere per la prima volta una rateazione, secondo le regole ordinarie. Si pensi alle cartelle notificate a ridosso dell’inizio della sospensione (8 marzo) e a cartelle e accertamenti esecutivi scaduti, mai dilazionati prima.

Per i contribuenti che all’8 marzo scorso avevano una dilazione in corso e per quelli che presentano istanza di rateazione entro la fine di agosto, la condizione di decadenza dal piano di rientro è elevata da 5 a 10 non pagate. In questo modo, si consente ai debitori non in grado di versare tutto il dovuto (allo stato attuale) entro settembre, di limitarsi a proseguire il pagamento della dilazione. In tal caso, infatti, l’interessato si troverà con 6 rate non pagate (marzo-agosto) e dunque manterrà il beneficio del termine. Se però viene approvata l’estensione della sospensione a ottobre, a novembre in capo al debitore saranno maturate otto rate non pagate. Il rischio di decadere dalla rateazione diventerebbe dunque piuttosto elevato.

Si ricorda inoltre che per tutto il periodo di moratoria è fatto divieto di notificare le cartelle di pagamento. Inoltre, non possono essere promosse nuove azioni esecutive né adottate nuove misure cautelari (fermo amministrativo e ipoteca). I pignoramenti in corso possono invece proseguire, con espressa eccezione dei pignoramenti degli stipendi e delle pensioni. Anche questi, dunque, dovrebbero essere bloccati fino a ottobre.

Il decreto di agosto potrebbe poi essere sfruttato per apportare ulteriori modifiche in tema di rateazioni. Si pensi alla possibilità di riammettere ai piani di rientro i soggetti con dilazioni scadute alla data dell’8 marzo scorso. A legislazione vigente, in casi come questi, il debitore, prima accedere a una rateazione, deve pagare tutto lo scaduto. Si potrebbe quindi generalizzare la possibilità già concessa ai debitori che sono decaduti dalla rottamazione ter a dicembre 2019.

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