Beni strumentali, il credito d’imposta si cumula con i contributi regionali e comunitari
La Regione Lombardia ammette la possibilità di sfruttare entrambi i tipi di agevolazioni
Il credito d’imposta relativo agli investimenti in beni strumentali nuovi può essere cumulato con altri contributi regionali o comunitari, secondo la Regione Lombardia. La precisazione è contenuta nella nota protocollo MI 2020/0089227 del 24 aprile 2020 secondo la quale l’acquisto di beni strumentali in agricoltura può beneficiare sia dei contributi comunitari e regionali nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale (Psr), sia del credito di imposta.
Il credito di imposta è stato introdotto dalla legge 160/2019 e riguarda l’acquisto di beni strumentali nuovi (compresi nell’allegato A alla legge 232/2016), aventi le caratteristiche di interconnessione Industria 4.0.
Le motivazioni addotte dalla Regione Lombardia possono avere portata generale. Infatti sovente nei bandi regionali viene previsto che i contributi generalmente a fondo perduto ricevuti nell’ambito dei predetti “PSR” sono incompatibili con altri benefici anche fiscali, come emerge anche dalla autocertificazione che richiede la Regione Lombardia a corredo della domanda. Tuttavia proprio la Regione Lombardia nella comunicazione ha fornito dei chiarimenti volti a consentire la cumulabilità; infatti nella nota viene affermato che le agevolazioni fiscali non sono cumulabili con i contributi concessi agli investimenti finanziati con le operazioni strutturali del Psr quando le stesse configurano aiuti di Stato in base all’articolo 107 del trattato sul finanziamento dell’unione europea.
Tenuto conto che il credito di imposta sugli investimenti in beni strumentali nuovi non rientra fra gli aiuti di Stato in quanto si applica alla generalità delle imprese (si veda comunicazione della Commissione sulla nozione di aiuto di Stato C262/1 del 19 luglio 2016), ne consegue che per le agevolazioni fiscali che non sono configurabili come aiuto di stato non si applica il divieto di cumulo previsto dalle disposizioni attuative delle operazioni strutturali del Psr 2014/2020. La fattispecie non influisce nemmeno sulla normativa prevista dal Regolamento Ue 1305/13 attinente il rispetto dell’aliquota di sostegno.
La regione Lombardia in conclusione ammette al contributo regionale le fatture relative all’acquisto di beni strumentali che riportano il richiamo alla legge 160/2019 relativa al credito di imposta.
In ordine al tetto relativo all’agevolazione la nota della Regione Lombardia ricorda che il comma 192 della legge 160/2019 dispone che il credito di imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano oggetto i medesimi costi a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto. Generalmente il Psr prevede un contributo del 35% che nelle regioni meridionali può aumentare al massimo al 50%; il credito di imposta è pari al 40% per gli investimenti fino al costo di 2,5 milioni di euro (20% sull’importo successivo fino a 10 milioni).
Sommando i due benefici non si arriva quindi al 100% del costo. È possibile che lo splafonamento avvenga per le imprese agricole tassate a bilancio in quanto si deve considerare anche il recupero di imposta derivante dalla deducibilità dell’ammortamento, ma nel settore agricolo la stragrande maggioranze delle imprese rientra nella tassazione catastale e quindi questa situazione non si verifica.