FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: autonoma organizzazione, notifiche, confisca
La nomina dei sostituti processuali per l’avvocato non costituisce autonoma organizzazione. Senza valore le notifiche degli atti tramite agenzia di posta private prima della liberalizzazione. Commette reato di sottrazione fraudolenta chi svuota l’attivo dell’azienda tramite una scissione. No al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per la persona giuridica. La voluntary disclosure non copre l’appropriazione indebita. No alla deduzione indiscriminata delle passività per il conferimento di ramo d’azienda. L’ammissione al passivo del credito residuo comporta il riconoscimento dell’avvenuta compensazione. Sono i temi della rassegna delle massime relative alle principali pronunce in materia tributaria della Cassazione nella settimana dall’8 al 12 gennaio.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
La nomina dei sostituti processuali per l’avvocato non costituisce autonoma organizzazione
La nomina di sostituti processuali da parte dell’avvocato da sola non è in grado di determinare l’insorgere del requisito dell’autonoma organizzazione ai fini Irap perché, per costante giurisprudenza di legittimità, solo l’impiego di beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività professionale e/o l’essersi avvalso di lavoro altrui in misura eccedente l’impiego di un dipendente con mansioni esecutive può determinare l’assoggettamento ad Irap.
•Cassazione, ordinanza 222/2018
Senza valore le notifiche degli atti tramite agenzia di posta private prima della liberalizzazione
La legge 4 agosto 2017 n. 124, che ha disposto con decorrenza dal 10 settembre 2017 la soppressione dell’attribuzione in esclusiva alle Poste Italiane, quale fornitore del servizio postale universale, dei servizi inerenti le notifiche e comunicazioni di atti giudiziari, non ha efficacia retroattiva. Questo in quanto, fintantoché non saranno rilasciate le nuove licenze individuali relative allo svolgimento dei servizi già oggetto di riserva a favore di Poste Italiane sulla base delle regole disposte dall’Agcom, le notifiche e le comunicazioni eseguite tramite le agenzie private, non essendo contemplate dall’ordinamento, sono giuridicamente inesistenti.
•Cassazione, ordinanza 234/2018
Commette reato di sottrazione fraudolenta chi svuota l’attivo dell’azienda tramite una scissione
Sussiste la sottrazione al pagamento delle imposte in caso di operazione di scissione che permette il trasferimento dei principali elementi attivi della società scissa in altra società lasciando, oltre agli elementi passivi tra cui il carico tributario, anche residui elementi attivi privi di significativo valore economico come risulta dall’incremento significativo del fondo svalutazione crediti. Questo in quanto in tema di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, anche una singola operazione di scissione societaria può essere idonea a costituire quell’atto negoziale fraudolento e/o simulato in grado di integrare il reato.
•Cassazione, sentenza 232/2018
No al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per la persona giuridica
Anche se il profitto è identificabile con qualsivoglia vantaggio patrimoniale come quello derivante dal mancato pagamento di tributo, interessi e sanzioni, dovuti a seguito di accertamento del debito tributario, la persona giuridica non può subire il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. Questo in quanto i reati tributari non sono tra quelli previsti dal Dlgs 231/2001 e pertanto la misura cautelare patrimoniale non è consentita nei confronti dell’ente collettivo, a meno che la persona giuridica costituisca uno schermo fittizio.
•Cassazione, sentenza 267/2018
La voluntary disclosure non copre l’appropriazione indebita
Se le somme oggetto del delitto di riciclaggio non sono costituite soltanto dai proventi illeciti oggetto della procedura di voluntary disclosure bensì anche dai profitti del reato di appropriazione indebita non è invocabile la causa di non punibilità. Questo in quanto la causa di non punibilità legata alla voluntary disclosure, essendo stata limitata dal legislatore soltanto a determinate fattispecie penali–tributarie, non copre reati diversi posti in essere dai responsabili del delitto (presupposto) di riciclaggio.
•Cassazione, sentenza 272/2018
No alla deduzione indiscriminata delle passività per il conferimento di ramo d’azienda
In caso di conferimento in società di beni immobili, diritti reali immobiliari o aziende, la base imponibile dell’imposta di registro è determinata deducendo dai beni e diritti conferiti, soltanto le passività e gli oneri effettivamente inerenti all’oggetto del trasferimento. Questo in quanto, non essendo mai permessa una deduzione indiscriminata delle passività, per il regolare assolvimento dell’imposta di registro deve sempre essere attentamente verificato il loro collegamento funzionale con il bene conferito.
•Cassazione, ordinanza 475/2018
SOCIETÀ E BILANCI
L’ammissione al passivo del credito residuo comporta il riconoscimento dell’avvenuta compensazione
Gli incassi effettuati dalla banca, che riscuote in virtù di un mandato all’incasso non nomine proprio bensì nomine alieno, le somme dovute dalle clienti della società ancora in bonis affidata e successivamente fallita a cui sono state erogate anticipazioni di credito sulle fatture attive presentate, non sono comunque revocabili se l’insinuazione al passivo fallimentare della stessa banca avviene solo per la parte di credito residuo. Questo in quanto l’ammissione al passivo, da parte degli organi della procedura fallimentare, del credito residuo nei termini richiesti dal debitore comporta il riconoscimento implicito dell’avvenuta compensazione, in grado di operare quale causa parzialmente estintiva della pretesa e di determinare altresì la preclusione endo-fallimentare, operante in qualsiasi giudizio, ad impugnare il titolo da cui si origina il credito opposto in compensazione.
•Cassazione, ordinanza 379/2018
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