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FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: rimborsi Iva, bonus prima casa, rettifica parziale

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di Luca Benigni, Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

Le prestazioni di montaggio e smontaggio di stand fieristici, anche se eseguite all’estero possono considerarsi effettuate in Italia se i due contraenti sono italiani. La cartiera che emette una fattura oggettivamente inesistente ha diritto al rimborso dell’Iva eventualmente pagata se la fattura viene annullata prima che il destinatario eserciti il diritto alla detrazione. Le spese di sponsorizzazione erogate ad una società sportiva dilettantistica sono assistite da una presunzione legale assoluta e l’Amministrazione non può riqualificarle in spese di rappresentanza. Il rimborso Iva è comunque spettante anche se il contribuente ha utilizzato un modello diverso da quello legale. Agevolazioni prima casa a rischio se il contribuente non precisa nell’atto notarile di utilizzare l’abitazione in un luogo di lavoro diverso rispetto al comune di residenza. Iscrizione a ruolo per i soci solidalmente responsabili sempre nel rispetto del beneficium excussionis. Iva per operazioni inesistenti, se pagata dall’emittente non può essere nuovamente richiesta dall’Amministrazione. Iva quadrangolare in regime di non imponibilità previa adeguata verifica della successione temporale di ciascuna cessione. Accertamento parziale mai a rischio di annullamento anche in assenza della mancata indicazione degli elementi sopraggiunti nell’accertamento successivo. Sono i temi della rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in ambito tributario e societario dell’ultima settimana.

Iva su montaggio e smontaggio stand fieristici all’estero
Gli stand fieristici sono beni mobili e le prestazioni relative al loro montaggio e smontaggio, anche se eseguite all’estero, si possono considerare effettuate in Italia se il rapporto contrattuale intercorre tra due soggetti italiani. Questo in quanto la soggettività Iva nello stesso Stato dei due contraenti consente di derogare al requisito della territorialità.
Cassazione, sentenza 22956/2018

Rimborso dell’Iva versata alla società che emette una fattura per prestazioni oggettivamente inesistenti
Ha diritto al rimborso dell’Iva versata la società che emette una fattura per prestazioni oggettivamente inesistenti se il committente non procede alla detrazione dell’imposta e storna la fattura dalle proprie liquidazioni per essere l’operazione inesistente. Questo in quanto il prestatore di servizi emittente fatture per operazioni inesistenti è sempre tenuto, in base al principio di cartolarità, al versamento dell’imposta. Tale obbligo, però, viene meno, quando la fattura è stata tempestivamente annullata eliminando definitivamente il rischio che il destinatario abbia utilizzato o possa utilizzare tale documento ai fini della detrazione dell’Iva esposta.
Cassazione, ordinanza 22963/2018

No alla riqualificazione delle spese di sponsorizzazione in spese di rappresentanza della sportiva dilettantistica
L’Amministrazione non può disconoscere la deducibilità dei costi di sponsorizzazione riqualificandoli quali spese di rappresentanza in presenza dei requisiti di legge. Questo in quanto le spese di sponsorizzazione sono assistite da una “presunzione legale assoluta” circa la loro natura pubblicitaria e non di rappresentanza. Purché ricorrano le seguenti condizioni:
a) il soggetto rappresentato sia una società sportiva dilettantistica;
b) sia rispettato il limite quantitativo di spesa;
c) vi sia promozione dell’immagine dello sponsor;
d) il soggetto sponsorizzato abbia posto in essere un’effettiva attività promozionale.
Cassazione, ordinanza 22855/2018

Il rimborso Iva anche se la richiesta è con un modello diverso dall’ufficiale
Il rimborso Iva deve essere erogato anche se il contribuente presenta un modello diverso da quello legale previsto dall’articolo 30 del Dpr 633 del 1972 perché il credito esposto in dichiarazione Iva è comunque soggetto all’ordinaria prescrizione decennale. Infatti la domanda di rimborso si perfeziona attraverso la sola presentazione della dichiarazione annuale, che configura formale esercizio del diritto. Per contro, la presentazione del modello VR rappresenta solo un presupposto per l’esigibilità del credito quale adempimento prodromico al procedimento di esecuzione del rimborso.
Cassazione, ordinanza 22863/2018

Stop al bonus prima casa senza indicazione che il luogo di lavoro è diverso dalla residenza
Decade dalle agevolazioni prima casa il contribuente che non abbia indicato nell’atto notarile di volere utilizzare l’abitazione acquistata in un luogo di lavoro diverso rispetto al comune di residenza. Infatti per godere delle agevolazioni prima casa vale alternativamente il criterio della residenza o quello della sede effettiva di lavoro e la valutazione della spettanza del beneficio va effettuata nel primo caso in base alle risultanze delle certificazioni anagrafiche e nel secondo alla stregua dell’effettiva sede di lavoro.
Cassazione, ordinanza 23236/2018

Nulla l’iscrizione a ruolo per i soci in violazione del beneficium excussionis
Va annullata l’iscrizione a ruolo avvenuta a nome dei soci solidalmente responsabili della società di persone se avviene in violazione del beneficium excussionis, e tale annullamento costituisce un vizio proprio che travolge la notifica delle cartelle esattoriali notificate ai soci. Infatti l’iscrizione a ruolo non è solo un atto proprio ed esclusivo dell’ente impositore, ma si inserisce nella progressione dell’iter amministrativo di imposizione e riscossione, così da precedere ogni attività del Concessionario, della quale costituisce presupposto indefettibile.
Cassazione, sentenza 23260/2018

Divieto di richiedere l’Iva delle fatture per operazioni inesistenti è stata pagata dall’emittente
Una volta che sia stata dichiarata e contabilizzata l’Iva per fatture riguardanti operazioni inesistenti, la stessa non può più essere nuovamente richiesta dall’Amministrazione, perché il soggetto che espone l’Iva in fattura o altro documento, è già debitore di tale imposta, indipendentemente da qualsiasi obbligo di versarla in ragione di un’operazione soggetta ad Iva. Una volta pertanto che il debito d’imposta sia sorto, lo stesso va assolto secondo le ordinarie modalità previste dall’ordinamento, mediante l’adempimento degli obblighi di registrazione e di dichiarazione.
Cassazione, ordinanza 23255/2018

Non imponibilità Iva solo dopo adeguata verifica della successione temporale di ciascuna cessione
In caso di acquisto da altra società italiana in regime di non imponibilità Iva di merce destinata poi all’esportazione, il soggetto italiano acquirente non sempre può godere del regime di non imponibilità ai fini Iva per la successiva cessione, qualora proceda prima della spedizione al di fuori dei confini dello Stato alla vendita ad altra società italiana che procede poi autonomamente all’esportazione. Quando due cessioni producono, infatti, un solo movimento di beni, esse devono sempre essere considerate come succedute l’una all’altra nel tempo. Se la cessione, che comporta la spedizione all’esportazione per nave è la prima, sarà essa a fruire del regime di non imponibilità, sicché la seconda cessione si considererà avvenuta nello Stato di arrivo. Per contro, se la cessione che dà luogo alla seconda delle due successive, la prima cessione, avvenuta per definizione prima della spedizione, si considera avvenuta nello Stato membro di partenza delle spedizione o trasporto.
Cassazione, sentenza 23492/2018

Nessun annullamento per l’accertamento parziale
L’accertamento parziale persegue la sollecita emersione di materia imponibile e può essere seguito da un accertamento integrativo senza che si renda necessario indicare gli elementi sopraggiunti perché la mancata indicazione in quest’ultimo può unicamente invalidare l’accertamento integrativo rispetto e non quello già formato.
Cassazione, ordinanza 23685/2018

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