Imposte

No alla retribuzione convenzionale per il dipendente di un’associazione estera

Interpello 54: il regime vale solo in presenza delle condizioni tassative, tra cui l'attività nel commercio

Escluso dal regime delle retribuzioni convenzionali il dipendente di un’associazione estera senza scopo di lucro che svolge attività scientifica e di utilità internazionale.
Questo quanto precisato dall'Agenzia delle Entrate nella risposta numero 54/2022 a seguito di un quesito rivolto da un cittadino italiano iscritto all’Aire e residente in Italia nell'anno di imposta 2020, che lavora per una realtà non profit estera.

In particolare, l'istante si interroga sulla possibilità di applicare, ai fini della determinazione del reddito di lavoro dipendente, il regime della retribuzione convenzionale, previsto dall'articolo 51, comma 8-bis, Tuir, senza tener conto di quella effettivamente corrisposta al lavoratore. Tale regime è destinato ai settori del Commercio tassativamente indicati nell'apposito decreto del ministro del Lavoro.

A tal fine, l'Amministrazione precisa come tale trattamento trovi applicazione al ricorrere di determinate condizioni. Innanzitutto, l'attività di lavoro dipendente deve essere svolta all'estero in via continuativa e stabile e costituire l'oggetto esclusivo del rapporto di lavoro (ovvero la sua esecuzione sia integralmente svolta all'estero). Il lavoratore deve soggiornare in tale luogo per più di 183 giorni nell'arco di 12 mesi.

Nel caso di specie, tuttavia, l'amministrazione ha ritenuto vi fosse la carenza del requisito oggettivo legato al tipo di attività svolta non riconducibile nell'elenco contenuto nel citato decreto del ministero del Lavoro. Dal momento che l'associazione opera nel settore scientifico, secondo, l'Agenzia verrebbe meno, nel caso di specie, un requisito indefettibile ai fini della fruizione del regime dell'articolo 51, comma 8 bis Tuir (cfr. Circ. 20/E del 2011).

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