Sul servizio taxi liberalizzazione inevitabile
Negli Usa, si parla di sperimentazione di taxi senza guidatore, sfruttando tutte le potenzialità delle auto a guida autonoma che si diffonderanno sul mercato dal prossimo decennio. A Roma, i tassisti paralizzano la città mentre il Senato discute sull’ennesima proroga che riguarda i ben più tradizionali servizi di noleggio senza conducente.Certo, questa è una descrizione semplificata ed estrema: problemi come la giusta retribuzione e del diritto al riposo (anche per la sicurezza dei passeggeri) di chi lavora al volante si pongono in tutto il mondo. E l’auto a guida totalmente autonoma non è così dietro l’angolo come a volte certi proclami interessati lasciano intendere. Ma l’Italia riesce effettivamente a essere un passo indietro agli altri.
Non tanto per il fatto che non ha ancora regole per poter sperimentare la guida autonoma. Il problema più serio è che per come stanno le cose i tassisti italiani hanno tante ragioni: qui il sistema è talmente chiuso (ci sono città in cui non si assegnano nuove licenze da decenni) che titoli che dovevano essere gratuiti sono arrivati a costare oltre 100mila euro, in una sorta di mercato nero. Impensabile chiedere a un lavoratore di rinunciare ora ai benefici di un investimento così importante, magari sostenuto di recente. E le proroghe non hanno fatto altro che ingrossare questo bacino di lavoratori.
Dunque, la liberalizzazione va fatta e al più presto. Studiando un sistema che compensi i tassisti per la perdita di valore delle loro licenze. Per il resto, in attesa della guida autonoma, si dovrà garantire che gli autisti siano davvero qualificati. Cosa che nemmeno l’attuale sistema chiuso garantisce.