Controlli e liti

Voluntary, pronta la black list del Fisco

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di Marco Mobili

A 40 giorni dal termine per aderire alla voluntary bis (31 luglio), che sembra sempre più non trovare adesioni, l’amministrazione finanziaria è al lavoro su una “black list” di 13mila nomi sospetti. Si tratta prevalentemente di persone fisiche che, pur essendo nelle condizioni per aderire al rimpatrio dei capitali hanno scelto di non accedere alla prima edizione. L’attività di controllo su questi contribuenti italiani «non compliant» si è concentrata nell’invio delle prime richieste di scambio di informazioni internazionali sotto forma di group requests . E questo, ricordano dalle Entrate, grazie soprattutto agli accordi stipulati dall’Italia con Stati fino a poco tempo fa ritenuti non collaborativi come Svizzera, Principato di Monaco e Liechtenstein.

La lotta all’evasione internazionale resta una priorità dell’amministrazione finanziaria. Lo stesso comandante generale delle Fiamme Gialle, Giorgio Toschi, ieri all’Aquila per il 243° anniversario del corpo, ha posto l’accento sulla necessità di continuare nel contrasto alle grandi frodi e alla fuga di capitali. E non solo. Il tutto in piena sinergia con gli uffici dell’agenzia delle Entrate. Ne sono un esempio anche i risultati della Gdf nei primi 5 mesi del 2017 sull’evasione Iva: sono 3,5 i miliardi di Iva evasa fatti emergere fino al 31 maggio scorso, contro i 900 milioni dello stesso periodo del 2016 . In percentuale si tratta del 300% in più frutto del piano attuato dalle Fiamme Gialle sulle «Omesse comunicazioni Iva». Un piano d’azione che ha messo nel mirino le partite Iva invitate a regolarizzare la propria posizione fiscale con i cosiddetti “alert” inviati dalle Entrate nell’attività di compliance, ma che non hanno risposto o non si sono ravveduti.

Per tornare all’evasione internazionale Toschi ha ricordato che sono già 339 i casi stanati dalle Fiamme Gialle fino a maggio scorso (il 67% in più rispetto allo stesso periodo del 2016) tra fittizie residenze, occultamento di patrimoni e disponibilità all’estero più altre manovre, compiute al solo fine di portare oltreconfine i redditi realizzati in Italia. L’attenzione dell’amministrazione finanziaria si è concentrata soprattutto su diverse migliaia di soggetti che avrebbero effettuato, fino al 2014, pesanti movimenti finanziari da e verso l’estero, potenzialmente in violazione degli obblighi in materia di monitoraggio fiscale. Ad oggi sono stati già eseguiti 4.973 interventi ispettivi, di cui 1.398 con rilievi. I reparti hanno complessivamente proposto agli Uffici finanziari il recupero a imposizione di circa 346 milioni di euro di proventi sottratti a tassazione, ai fini delle imposte dirette e di oltre 29 milioni di euro di Iva evasa, individuando 295 evasori totali e deferendo alle competenti autorità giudiziarie 103 soggetti per reati fiscali, nonché eseguito sequestri, anche per equivalente e ai sensi della normativa antimafia, per oltre 530 milioni di euro.

Due i filoni d’inchiesta più proficui per le Entrate e la Guardia di Finanza. L’operazione «mantello» che ha fatto emergere migliaia di contribuenti che dietro lo schermo di una polizza assicurativa di un importante gruppo bancario internazionale con sede a Milano hanno aperto rapporti finanziari “cifrati”, utilizzati per occultare e trasferire fondi di provenienza illecita, derivanti, come dimostrato in diversi casi, dalla commissione di reati di frode ed evasione fiscale. L’Ucifi e la Gdf hanno identificato, in modo univoco, migliaia di posizioni, molte delle quali sono risultate non aver aderito alla procedura di voluntary disclosure e dunque ora oggetto di attenta verifica per accertare l’eventuale violazione alla disciplina sul monitoraggio fiscale e la conseguente detenzione illecita di capitali, patrimoni e attività finanziarie all’estero. L’altro filone è quello denominato “Panama Papers”. L’attività dell’amministrazione ha portato all’elaborazione di un’apposita black list nominativa con centinaia di posizioni, nella quasi totalità persone fisiche residenti o iscritte all’Aire, a cui devono aggiungersi ulteriori bearers (soggetti che hanno il possesso dell’entità offshore attraverso titoli al portatore).

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