Controlli e liti

Isa, le note difensive spiegano il mancato adeguamento

di Salvina Morina e Tonino Morina


Il voto 6, che a scuola significa promozione, per gli Isa significa bocciatura. Per gli Isa, da 1 a 6, non si passa l’esame del Fisco.

Chi vuole la promozione Isa deve pagare, nel senso che è permesso l’adeguamento, aumentando i componenti positivi, cioè i ricavi o i compensi dichiarati.

Con i nuovi Isa, il Fisco valuta l’affidabilità fiscale del contribuente attribuendo un voto, da 1 a 10, che è l’espressione della media aritmetica di una serie di indicatori elaborati dal programma «il tuo Isa».

Il livello di affidabilità minima deve essere superiore a 6. Per migliorare il basso voto Isa, il contribuente esercente impresa, arte o professione, può migliorare il punteggio di affidabilità. È possibile farlo, per esempio, correggendo eventuali errori commessi in fase di compilazione del modello Isa, che possono avere condizionato negativamente il punteggio di uno o più indicatori elementari, oppure indicando in dichiarazione ulteriori componenti positivi che non risultano dalle scritture contabili e che sono rilevanti ai fini delle imposte sui redditi, dell’Irap e dell’Iva.

Per quanto riguarda l’Iva, in particolare, al maggiore volume d’affari dichiarato si applica l’aliquota media. Il voto basso, quindi, può essere migliorato dal contribuente se lo stesso decide di dichiarare maggiori componenti positivi rispetto a quelli risultanti dalle scritture contabili.

Resta fermo che il contribuente soggetto agli Isa, anche in caso di punteggio non superiore a 6, non è obbligato a eseguire alcun adeguamento.

La scelta di adeguare i ricavi o compensi stimati dal nuovo strumento induttivo, così com’era per gli studi di settore o i parametri, è una facoltà del contribuente. Per di più, come si è detto, per l’Isa, il contribuente può aumentare i ricavi o compensi stabilendo a che livello adeguarsi, senza cioè l’obbligo di raggiungere il punteggio più alto.

La valutazione va fatta caso per caso, in particolare nei casi in cui il contribuente ha commesso qualche «peccato» di cui farsi perdonare. Invece, nei casi in cui il contribuente ritiene di non doversi adeguare, perché non ha evaso nulla, è bene che lo stesso lo faccia presente, indicando i motivi del mancato adeguamento nelle note del modello Isa.

Un’annotazione, che significa anticipare la difesa da un’eventuale richiesta di chiarimenti da parte del Fisco sul mancato adeguamento, può essere la seguente:
«Il contribuente non esegue alcun adeguamento ai fini degli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), in quanto le entrate dichiarate sono quelle effettivamente conseguite e regolarmente registrate sui libri contabili. La grave crisi economica, che da più anni attraversa il settore nel quale opera il contribuente, non consente in alcun modo di dichiarare più entrate di quelle effettivamente conseguite e regolarmente dichiarate».

Va anche detto che sono diversi i contribuenti che, dopo avere fatto i calcoli sulla base del programma Isa, si sono sorpresi dei risultati. Molti contribuenti, più o meno a parità di dati con gli anni precedenti, che avevano ricavi o compensi di ammontare superiore a quelli stimati dallo studio di settore mediante lo strumento Gerico (gestione dei ricavi e compensi), sono clamorosamente «bocciati» dagli Isa, con punteggi bassi e richiesta di adeguamenti esagerati.

Capita anche il contrario, con contribuenti per i quali lo studio di settore richiedeva adeguamenti esagerati, ma che per gli Isa sono «affidabili» con punteggio magari pari a 10.

Per approfondire: Isa, guida agli indici sintetici di affidabilità fiscale, in edicola e on line

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