Imposte

Aiuti per l’innovazione nelle Pmi

di Alberto Bonifazi

A quattro anni dal suo avvio Sme Instrument , la costola di Horizon 2020 dedicata al sostegno delle piccole e medie imprese , entra nella fase di piena maturità.

La Commissione europea rafforza il suo impegno sia sul piano finanziario che organizzativo ed accompagna la crescita dello strumento nel 2018 con una serie di novità che rafforzano ulteriormente anche il ruolo del consulente aziendale nella sua funzione di supporto alle aziende per la preparazione della domanda di finanziamento.

Il funzionamento

Lo strumento si articola in tre passaggi: contributi a fondo perduto per la valutazione della fattibilità tecnico-commerciale dell’idea (fase 1) e lo sviluppo del prototipo su scala industriale e prima applicazione sul mercato (fase 2).

Mentre per la terza fase di commercializzazione non è previsto un finanziamento vero e proprio ma una serie di misure volte a favorire l’accesso a risorse finanziarie, sia di debito che di capitale.

In questo secondo caso si concentra l’interesse europeo, orientato ad attrarre nuovi investitori (private investment).

Le novità 2018-2020

Il nuovo anno si apre all’insegna del Consiglio europeo dell’Innovazione (Eic) che focalizza la propria azione sull’innovazione radicale e dirompente, rivolgendosi al mondo dell’imprenditoria. Viene stanziato un budget di 2,7 miliardi di euro nel periodo 2018-2020, riservato a strumenti di sostegno all’innovazione, quali appunto proprio Sme Instrument.

Nuovi criteri di valutazione

Tra le novità più significative la rivisitazione dei criteri di valutazione delle domande: il ruolo centrale attribuito alla capacità di proiettarsi verso un nuovo mercato, documentata dalla predisposizione di uno strutturato business plan , rafforza il potenziale contributo offerto dal consulente aziendale nella predisposizione della domanda di finanziamento.

L’approccio viene potenziato con una ponderazione maggiore (fino al 50%) al criterio di valutazione «Impatto», attinente le potenzialità innovative dell’azienda e le sue capacità competitive e commerciali. Viene quindi incrementato il numero dei valutatori provenienti dal mondo imprenditoriale, rispetto a quelli del mondo accademico, ed adeguati gli step di valutazione: sono previsti quattro valutatori (in remoto) per proposta ed elevata la soglia di finanziamento in fase 2 da 12/15 a 13/15, come per la fase 1.

Estensione dell’operatività

Altra grande novità è costituita dall’apertura delle domande a qualsiasi settore di attività imprenditoriale: si abbandona la logica dei «topic» e del «top down», nell’ambito dei quali i settori di intervento erano predefiniti, a favore di una completa libertà da parte dei proponenti di indirizzarsi verso qualsiasi settore o area dell’imprenditorialità («bottom up»), purché sussista un valido sbocco commerciale.

L’intervista con il valutatore

L’introduzione di incontri «one-to-one» all’interno del percorso di valutazione delle domande suscita grande interesse.

Sono infatti previste interviste dirette tra valutatore e proponente (una sorta di «pitching event»), della durata di trenta minuti circa, aventi per oggetto la soluzione progettuale ed il team coinvolto.

In questo modo la valutazione del progetto sarà basata non solo sull’analisi della proposta progettuale scritta ma anche sulle qualità e motivazioni dell’impresa, che emergeranno durante l’incontro con il valutatore.

Stime Ue indicano una probabilità media di superamento dell’intervista pari al 50 per cento. Imprenditori e consulenti aziendali possono acquisire il format del template, effettuando il download dal sito web dell’Easme (https://ec.europa.eu/easme/en).

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