Professione

Antiriciclaggio, per le criptovalute rischio-legami con criminalità e truffe online

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di Giovanni Parente

La frontiera dell’antiriciclaggio estende i confini. Non c’è più soltanto il contante a portare rischi, ma anche dietro le nuove forme di pagamento si nascondono insidie per il finanziamento all’economia sommersa. A lanciare l’ alert è il rapporto 2017 dell’Uif (Unità di informazione finanziaria) di Banca d’Italia ( clicca qui per consultarlo ). E nella sua presentazione il direttore Claudio Clemente lo ha evidenziato a chiare lettere: «È importante che l’economia digitale non diventi una zona franca». Da un lato c’è lo sviluppo del Fintech (a cui l’Uif sta «dedicando attenzione») che, come rileva Clemente, offre grandi opportunità agli operatori legali ma anche alla criminalità, pronta a utilizzare i nuovi spazi operativi. Dall’altro, numeri alla mano nuovi profili di rischio arrivano anche dalle criptovalute. L’Italia ha fatto da apripista con una prima forma di regolamentazione anticipando anche i contenuti della quinta direttiva comunitaria. E stanno arrivando le segnalazioni di operazioni sospette (Sos): oltre 200 nel 2017 e circa 600 negli ultimi anni. In molti casi a destare “sospetto” è stata «l’intrinseca opacità dello strumento» ma in diverse situazioni «sono state chiaramente individuate le connessioni con estorsioni online, truffe, schemi piramidali, che hanno anche innescato rilevanti attività investigative».E il livello di guardia è alto perché ci sono circostanze, ha aggiunto Clemente, in cui «il ricorso alle criptovalute si inserisce in operatività complesse con utilizzo di fondi pubblici, probabili collegamenti con la criminalità organizzata o connessioni con paradisi fiscali». Con la presenza anche di figure di “collettori” che ricevono i fondi destinati alla conversione in valute virtuali tramite bonifici dall’estero o con ricariche di carte prepagate o altre operazioni anche singolarmente di importo contenuto. Il direttore dell’Uif ha anticipato a riguardo che il Mef ha già predisposto uno schema di decreto per realizzare la prima rilevazione dei prestatori di servizi su valute virtuali, anche nell’ottima della loro iscrizione nel registro tenuto dall’Oam (organismo agenti e mediatori).

Più in generale, le segnalazioni di operazioni sospette nel 2017 sono state 93.820. Un dato che va analizzato con attenzione, perché sarebbe in calo rispetto allo scorso anno. In realtà, considerando le cifre al netto della voluntary disclosure (il termine per aderire all’edizione bis del rientro dei capitali è scaduta il 2 ottobre 2017), le segnalazioni sono aumentate, facendo registrare il tasso di crescita più alto dell’ultimo triennio (+9,7% contro gli aumenti del 5,7 e del 5,4% rispettivamente nel 2016 e nel 2015). Una tendenza che si conferma anche nel primo semestre del 2018 con quasi 50mila segnalazioni. Resta poi «rilevante» la quota di segnalazioni riferite a sospette violazioni di norme fiscali: nel 2017 è stata di circa il 24% del totale.

Capitolo contrasto al terrorismo.L’attenzione dei soggetti obbligati è notevolmente cresciuta, tanto è vero che le segnalazioni di sospetto finanziamento del terrorismo nel 2017 sono state 981 (+60% sul 2016).

Unità d’informazione finanziaria, rapporto sull’attività 2017

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