Filiera del tessile: Erasmus plus mette insieme imprese e atenei
Due bandi «Erasmus plus» per sostenere la formazione nel settore di tessile, moda e accessori, in dirittura d’arrivo nelle prossime settimane.
L’industria italiana di questo comparto continua a marciare a ritmi confortanti, con un fatturato in crescita (+3,2% nel 2017 rispetto all’anno precedente), trainato dall’export.
Tuttavia le sfide che le imprese sono chiamate ad affrontare per essere competitive sui mercati sono sempre più complesse e sono, in parte, legate all’occupazione e al fabbisogno di competenze. Si stima infatti che, nei prossimi anni, le imprese del settore dovranno assumere circa 47mila tecnici qualificati. Non sarà agevole, perché gli attuali indirizzi formativi restano ancora troppo sganciati dalle esigenze delle imprese. Inoltre, i lavoratori e i manager delle aziende del settore non sempre possiedono le competenze per fronteggiare i fattori di cambiamento ambientali e tecnologici che hanno un forte impatto sui processi e sull’organizzazione aziendale.
Per questo motivo la Commissione europea, mediante i bandi Erasmus Plus, azione chiave 2, si impegna a finanziare progetti che abbiano ad oggetto l’innovazione nell’istruzione e nella formazione e l’aggiornamento dei curriculum e delle professionalità sulla base dei fabbisogni di mercato. Tra i bandi di Erasmus Plus previsti per il 2019 e finanziati con oltre 2,7 miliardi di euro, ce ne sono due da segnalare:
• Alleanze per la conoscenza, destinato alla modernizzazione dei percorsi universitari, con budget compreso tra 700mila e 1 milione di euro e partenariato composto da almeno sei organizzazioni provenienti da tre paesi: la presenza sia di università che di imprese è un requisito fondamentale. La scadenza è fissata al 28 febbraio 2019.
• Partenariati strategici, destinati a tutti gli ambiti formativi, con budget compreso tra 150mila e 450mila euro e partenariato composto da almeno tre organizzazioni provenienti da tre paesi diversi. La scadenza fissata al 21 marzo 2019.
I consorzi devono essere complementari, cioè formati da diverse tipologie di enti, e sostenibili, ovvero in grado di proseguire la collaborazione anche dopo l’esaurirsi del finanziamento. I progetti devono proporre soluzioni innovative, volte ad anticipare i bisogni di competenze richiesti dal mercato e a prevedere con maggiore precisione il futuro fabbisogno di qualifiche. In alternativa, devono sviluppare nuovi metodi formativi, costruiti per le esigenze specifiche del discente e basati su problemi reali.
Quest’ultimo tema appare particolarmente interessante: tra le soluzioni che possono essere considerate all’interno dei progetti, rientrano quelle basate su modelli di «Open educational resources», come i cosiddetti Mooc «Massive online open course», già realizzati nell’ambito di importanti progetti internazionali nel settore tessile e pelletteria. Sono accessibili sulle principali piattaforme di e-learning e sono stati creati e validati grazie al coinvolgimento delle imprese del settore per l’aggiornamento delle competenze dei manager delle aziende tessili, della moda e degli accessori.