FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: sanzioni, iscrizione a ruolo, valore venale
La deduzione pluriennale dei ratei pregressi delle svalutazioni sui crediti operate dalle banche non incide sulla competenza fiscale. Per i giudizi in corso nuove sanzioni retroattive. Solo le incertezze richiedono la preventiva comunicazione prima dell’iscrizione a ruolo. Giudice tributario libero di rivedere nel merito la valutazione dell’amministrazione se richiesto dal contribuente. La revoca senza giusta causa dell’amministratore della Spa può comportare anche la responsabilità per violazione delle regole di buona fede e correttezza. La piscina abusiva va inclusa nel valore venale dell’immobile trasferito. Sono i temi delle massime delle principali sentenze in ambito tributario e societario della Cassazione dell’ultima settimana.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
La deduzione pluriennale dei ratei delle svalutazioni non incide sulla competenza
Ai fini Irap la deduzione delle svalutazioni operate dalle imprese esercenti l’attività finanziaria sui crediti risultanti dal bilancio di esercizio, già prevista fino al 2004 in maniera frazionata sull’esercizio in corso e sui nove successivi, non può subire variazioni a seguito di una norma sopravvenuta che sopprime tale previsione di deducibilità. Questo in quanto alla deduzione pluriennale dei noni pregressi va attribuita valenza esclusivamente finanziaria costituendo una semplice modalità di deduzione non incidente sulla competenza fiscale, che resta fissata nell’esercizio in cui si è originato il fatto che ha dato origine alla perdita o alla svalutazione del credito.
•C assazione, sentenza 1696/2018
Per i giudizi in corso nuove sanzioni retroattive
La revisione del sistema sanzionatorio tributario recata dal Decreto legislativo 158 del 2015 vigente dal 1° gennaio 2016 è applicabile retroattivamente a condizione che il processo sia ancora in corso e non vi sia stata formazione di giudicato sulla parte sanzionatoria del provvedimento impugnato.
• Cassazione, sentenza 1706/2018
Solo le incertezze richiedono la preventiva comunicazione prima del ruolo
L’iscrizione a ruolo comunicata poi tramite cartella di pagamento non richiede la preventiva comunicazione dell’esito del controllo al contribuente, salvo che la procedura non rilevi errori materiali dei dati contenuti nella dichiarazione. In quel caso la sua omissione può costituire requisito di validità della procedura di liquidazione automatizzata e pregiudicare la successiva iscrizione a ruolo se ci sono incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione.
• Cassazione, ordinanza 1711/2018
Giudice tributario libero di rivedere nel merito la valutazione dell’amministrazione
Nei giudizi riguardanti l’imposta di registro le commissioni tributarie, oltre alla possibilità di confermare o annullare l’atto impositivo in caso di errore o difetto di prova, possono sempre rivedere la stima operata dall’Amministrazione. Questo in quanto, laddove il giudice tributario ritenga assolto l’onere probatorio incombente sull’Amministrazione, il contribuente è tenuto a contrastare l’esattezza e la congruità del ragionamento svolto dal giudice nella motivazione della sua decisione.
• Cassazione, ordinanza 1728/2018
SOCIETÀ E BILANCI
Responsabilità per la revoca senza giusta causa dell’amministratore della Spa
In caso di revoca dell’amministratore di società per azioni alla responsabilità contrattuale ai sensi dell’articolo 2383 del Codice Civile riguardante il lucro cessante per compensi residui non percepiti conseguente al recesso senza giusta causa dal rapporto di amministrazione, può aggiungersi anche la responsabilità, sempre di natura contrattuale, per violazione delle regole di buona fede e correttezza. Questo laddove le ragioni esternate che hanno originato la revoca, anziché essere semplicemente insussistenti o inidonee a fondare il potere di recesso oppure le concrete modalità di cessazione del rapporto, connotate da dolo o colpa, siano tali da ledere un diritto della persona, come onore, reputazione, identità personale con le relative ricadute patrimoniali, che resta pertanto distinto dal diritto dell’amministratore alla prosecuzione della carica sino alla sua naturale scadenza.
• Cassazione, sentenza 2037/2018
IMPOSTE INDIRETTE
La piscina abusiva va inclusa nel valore venale dell’immobile trasferito
Nella rideterminazione del valore di un immobile ai fini della corresponsione delle maggiori imposte di registro e ipo-catastali rileva anche la piscina abusiva perché costruita senza permesso. Questo in quanto il carattere illecito dell’abuso edilizio non può mai tradursi in una ragione di trattamento di favore per il privato e dunque l’Amministrazione deve comunque provvedere alla valutazione dell’immobile il cui valore è stato oggetto di rideterminazione sulla base del comune apprezzamento commerciale.
• Cassazione, ordinanza 2189/2018
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